Carisma, fascino, autorevolezza, prestigio… sono requisiti che ognuno di noi vorrebbe possedere perché segnalano una personalità attraente, ricca di saggezza e considerazione da parte degli altri.
Per sentirci bene abbiamo bisogno di ricevere attenzioni e riconoscimento e, pur di ottenerli, siamo disposti a fare molti sacrifici, modellando il nostro mondo interiore fino a renderci compatibili con le richieste delle persone che abbiamo intorno.
Per ricevere approvazione cerchiamo di mostrarci migliori, nascondendo le cose che metterebbero in cattiva luce l’immagine idealizzata con cui vogliamo proporci nel tentativo di piacere al mondo.
Così, pur di sentirci amati, perdiamo di vista l’autenticità e la possibilità di cambiare noi stessi correggendo i tratti del carattere che andrebbero migliorati.
Il bisogno di ricevere consensi e stima ci spinge a nascondere i lati negativi e a indossare una maschera nel tentativo di trasformarli.
Una maschera con cui nel tempo ci identifichiamo, sentendola così abituale e scontata da offuscare ogni contatto con le parti di noi che abbiamo represso.
In questo modo la verità va perduta e con lei scompaiono anche l’originalità, la creatività e la realizzazione personale.
La paura della disapprovazione ci costringe a imitare i comportamenti che sembrano riscuotere più successo, privandoci della possibilità di esprimere i nostri pensieri e le nostre effettive peculiarità.
Uno stile di vita basato sul nascondere e sull’apparire è la causa primaria di tante sofferenze e fa sì che il compito degli psicologi sia spesso quello di aiutare le persone a percorrere a ritroso la strada dell’adattamento sociale fino a rintracciare le emozioni perdute e la possibilità di vivere una vita appagante.
La realizzazione personale, infatti, non si raggiunge indossando modelli di comportamento stereotipati e convenzionali ma è la conseguenza dell’accettazione e dell’accoglienza della propria nudità interiore, senza censure e senza pregiudizi.
Le cose che non ci piacciono, i lati aspri del carattere non vanno eliminati o nascosti ma trasformati in modo che la loro energia possa scorrere senza impedimenti nella personalità, liberando la creatività bloccata e le sue molteplici possibilità espressive.
Solo così il disegno unico che caratterizza ogni persona può dispiegare le sue potenzialità nell’esistenza e dare forma alla missione che siamo venuti a compiere nascendo.
Solo così la vita e la morte rivelano il loro significato profondo, perdendo quell’alone di superstizione e di angoscia con cui spesso siamo portati a definirle per ignoranza e paura.
Solo così, finalmente, potremo sentirci davvero amati. Per ciò che siamo e non per ciò che ci sforziamo di rappresentare sul palcoscenico della vita.
Solo così l’entusiasmo può riprendere a scorrere nelle cose di ogni giorno. Proprio come quando eravamo bambini.
Solo così un senso di appagamento pervade i nostri gesti. A prescindere da quello che stiamo facendo.
Solo così è possibile sentirsi davvero bene con se stessi e con gli altri.
Ma per raggiungere questo magnifico stato di compiutezza interiore è necessario attraversare il labirinto della paura, della derisione, dell’emarginazione e dell’abbandono.
Serve molto coraggio per farlo.
Si corre il rischio della diversità.
Bisogna abbandonare le certezze che la maschera ci garantisce e affrontare l’autenticità in ogni angolo di se stessi.
Il ragionamento, la riflessione, le memorie e le conclusioni arrivano solo dopo che il brivido della verità ha attraversato il corpo e sono la conseguenza dell’ascolto e dell’espressione di sé nei gesti e nelle azioni.
Nascosta nelle cellule, nei muscoli, nella pelle, nei movimenti, negli atteggiamenti, nelle pose, nei dolori e nelle contratture esiste la memoria di tutto quello che abbiamo vissuto e di tutto quello che abbiamo nascosto (a noi stessi e agli altri) per non sembrare cattivi, brutti, stupidi o noiosi.
Un codice gestuale, scritto nelle movenze di ciascuno apre la porta dell’inconscio e libera le emozioni che ci sforziamo inutilmente di cancellare nella speranza di non doverle affrontare mai più.
Mettendo in moto il corpo e prestando attenzione ai suoi messaggi si libera la parte più vera, si svelano i pensieri nascosti, si schiudono le soluzioni bloccate dalla paura.
Per incontrare la nostra verità dobbiamo avere il coraggio di cambiare e di rinascere ogni volta, affrontando i ricordi che ci fanno paura.
Ma cambiare vuol dire incontrare l’ignoto e spesso preferiamo restare aggrappati alle abitudini piene di sofferenza anziché avventurarci a percorrere strade sconosciute, anche se migliori.
“Aiutami a cambiare senza cambiare nulla!” è la richiesta che tante persone rivolgono agli specialisti della psiche.
Una richiesta disperata e impossibile perché il cambiamento è l’essenza della vita e il tentativo di evitarlo produce sempre una terribile sofferenza.
La maschera che abbiamo scelto di indossare per compiacere il mondo soffoca l’autenticità e uccide lentamente la voglia di vivere, spingendo la personalità dentro le sabbie mobili della apatia, del pessimismo e della depressione.
Per trovare le risorse necessarie ad affrontare le prove della vita bisogna cavalcare il cambiamento e guardare negli occhi la propria verità senza paura.
Qualunque essa sia.
Il corpo racconta la storia di ciascuno nel linguaggio universale del movimento e dell’istintualità.
Nascosti nei gesti, nelle movenze e nella fisicità, i messaggi dell’inconscio mantengono viva tutta la loro originaria intensità.
Per questo tanto spesso evitiamo le attività fisiche e preferiamo drogarci con cibi malsani e sostanze di ogni tipo piuttosto che attivare col movimento la preziosa intelligenza del corpo.
Immersi nella letargia di uno stile di vita tecnologico ed eccessivamente sedentario, ignoriamo con cura tutte le percezioni. Fisiche ed emotive.
In questo modo si amplifica la dipendenza dalla maschera e s’incrementa il suo potere, cancellando l’entusiasmo dall’esistenza.
Liberarsi da questo patologico modus vivendi significa affrontare l’azzardo della propria corporeità.
Vuol dire mettere in movimento il corpo e permettere al mondo emotivo di rivelarsi alla coscienza, accettando i pensieri e le sensazioni che salgono in superficie mentre siamo impegnati a compiere una sequenza di azioni e attività.
Carisma, fascino, autorevolezza, prestigio… sono la conseguenza di questo coraggioso ascolto e del riconoscimento della verità che lo caratterizza.
Tollerare la propria autenticità è il primo passo verso il cambiamento e il raggiungimento di una seducente autorevolezza.
Per “piacere” è indispensabile “piacersi” e non “dover piacere”.
Soltanto allora il mondo ci dona la sua stima con spontaneità e senza bisogno di estorsionicompiacenti.
Una persona carismatica ha un rapporto di fiducia e affiatamento con il proprio corpo e con le emozioni che vi sono impresse.
Il fascino rivela nel movimento la capacità di accogliersi e di accogliere, senza giudizio e con sincerità.
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