L’INDIFFERENZA È UNA PATOLOGIA… alla moda

Il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza.

L’odio è spesso una variante impazzita dell’amore.

L’indifferenza invece riduce a nulla l’altro, non lo vedi neppure, non esiste più.

Ermes Ronchi

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L’indifferenza è quello stato psichico che ti consente di non accorgerti della sofferenza altrui.

Si è indifferenti quando si traccia un confine tra se stessi e gli altri, quando si attribuisce meno valore a chi è considerato diverso.

Oggi l’indifferenza è una patologia comunemente accettata.

E poggia sull’egocentrismo e sul bisogno di confermare se stessi.

Noi psicologi valutiamo la maturità soprattutto in base alla capacità di immedesimazione e di socializzare.

Riteniamo che l’egocentrismo sia spontaneo e naturale nei bambini molto piccoli ma, durante la crescita, debba inevitabilmente cedere il posto alla capacità di relazionarsi e condividere.

L’empatia (saper vedere il mondo con gli occhi di un altro) è il parametro più importante nel valutare la maturità di una persona e segnala la sua intelligenza emotiva.

L’intelligenza, infatti, non riguarda solamente le acquisizioni cognitive e logico-matematiche, ma anche e soprattutto la capacità di riconoscere i sentimenti e le emozioni.

Tante patologie psichiatriche sono caratterizzate da una grave lacuna nell’intelligenza emotiva nonostante buone capacità logiche e matematiche (autismo, psicopatia, ecc.).

L’intelligenza emotiva è ciò che ci rende umani e ci distingue dai computer.

L’apprendimento nozionistico, privo di sensibilità è, infatti, una prerogativa delle macchine.

La nostra vita è fatta di relazioni e, nelle relazioni, le emozioni giocano un ruolo fondamentale e imprescindibile.

Ecco perché l’intelligenza emotiva è un’intelligenza viva e non artificiale.

(Un’intelligenza che, per adesso, nessuna macchina ha potuto imitare.)

L’indifferenza segnala un deficit, una mancanza nell’intelligenza emotiva, un’incapacità nel fare relazione.

È un handicap emotivo.

Di questi tempi, purtroppo, l’indifferenza è una patologia… auspicata da molti!

Perché consente di muoversi agilmente in un mondo gravemente malato d’insensibilità.

Impropriamente, si ritiene che l’indifferenza aiuti a vivere più serenamente.

Infatti, circoscrivendo l’attenzione all’ego nasconde alla coscienza il dolore degli altri e in questo modo consente di non soffrire a causa della propria empatia.

L’indifferenza oggi è dappertutto e tutti ne siamo affetti, perché la crudeltà è diventata la norma nella nostra cultura.

E perché, vivendo in mezzo alla crudeltà, molti preferiscono essere spietati piuttosto che sensibili.

Non c’è rispetto per la vita ma non tutti se ne rendono conto.

Esiste un meccanismo psicologico chiamato: negazione, che consente di occultare alla coscienza ciò che va in conflitto con quello che abbiamo scelto di essere.

Nell’indifferenza, la negazione ottunde l’empatia e, senza empatia, il dolore che abbiamo intorno diventa impercettibile.

La vita è dappertutto, anche se molti non la notano.

La violenza fatta alla vita, purtroppo, è anch’essa dappertutto.

Invisibile per la maggioranza.

Anche le immagini di morte sono dappertutto.

I più non se ne accorgono nemmeno.

Tanti le trovano eleganti.

E a molti addirittura… mettono fame!

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IL TERMOMETRO DELL’INDIFFERENZA

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Per valutare il livello della tua indifferenza, prova a fare il test:

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Osserva attentamente le immagini riportate qui sotto cercando di individuare in ciascuna di esse, la violenza, i soprusi e il dolore.

Segna un punto per ogni immagine in cui riconosci una violenza, un sopruso o il dolore.

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Risultati:

Punti 6 = indifferenza totalmente assente, alto livello di empatia, personalità creativa, inteligenza emotiva superiore alla media.

Da 3 a 5 punti = indifferenza nella norma, rimozione parziale della propria sensibilità, intelligenza emotiva nella media.

Da 1 a 2 punti = indifferenza dominante, scarsa sensibilità, intelligenza emotiva al di sotto della media.

Punti 0 = indifferenza patologica, mancanza totale di sensibilità, intelligenza emotiva deficitaria.

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