LA RIVOLUZIONE DELLA COSCIENZA

La rivoluzione indispensabile a cambiare il mondo non è una insurrezione armata ma una rivoluzione della coscienza, un cambiamento nel nostro modo di essere, un lavoro interiore profondo e costante.

E non perché ci trasformeremo tutti in umanoidi computerizzati, come vogliono le élite al governo del mondo, ma perché smetteremo di delegare diventando capaci di assumerci le nostre responsabilità.

Nel corso dei secoli la delega ci ha privato del potere personale, attribuendo ad altri la facoltà di decidere cosa è giusto per noi.

Oggi siamo chiamati a cambiare questo stato di ignavia interiore prendendo in mano le redini della nostra vita.

Per riuscirci, però, è necessario sconfiggere i mostri che si agitano nel mondo intimo.

Primo fra tutti la dipendenza, con il suo corollario di colpa, vittimismo e qualunquismo.

È la dipendenza, infatti, la principale responsabile della sottomissione e dello schiavismo psicologico di cui siamo vittime.

La dipendenza nasce come esigenza fisiologica durante l’infanzia e si struttura patologicamente nella maturità in conseguenza di uno stile educativo fondato sulla legge del più forte, invece che sulle esigenze della psiche infantile.

Gli aspetti dominanti di questa pedagogia nera (costruita ad arte da chi vuole gestire il mondo) si possono riassumere in tre punti principali:

  • Gli adulti meritano rispetto a priori.

  • L’obbedienza fortifica.

  • La severità e la freddezza costituiscono una buona preparazione alla vita.

Questo stile pedagogico tirannico e crudele si nasconde dietro tanti comportamenti impropriamente ritenuti educativi (nonostante gli innumerevoli studi volti a dimostrarne la nocività) e, nel tempo, genera insicurezza, sensi di colpa e sottomissione.

Il vittimismo e la delega delle responsabilità sono le sue inevitabili conseguenze, le armi psicologiche che i potenti hanno usato per condurci alla perdita della libertà e del potere creativo.

Per superare questo patologico asservimento è necessario prendere su di sé la responsabilità della propria vita, scegliendo ciò che è giusto in base alla propria coscienza, piuttosto che osservare dogmaticamente le regole imposte dal più forte.

Il più forte, infatti, non sempre è il più amorevole, il più consapevole o il più saggio, come vorrebbero farci credere la pedagogia nera e l’informazione mainstream.

Autorità e autorevolezza sono cose molto diverse:

  • L’autorità è la legge del più forte.

  • L’autorevolezza è l’ascendente che deriva dalla saggezza e dall’empatia.

Come possiamo tristemente verificare in questo periodo storico, non sempre autorità e autorevolezza coincidono ma, spesso, dietro ai poteri autoritari esiste solo una sete di dominio priva di umanità.

L’umanità, infatti, è quella spinta interiore fatta di sensibilità, fratellanza e solidarietà, il valore che ci caratterizza come esseri umani, la voce intima che illumina le nostre scelte di vita.

L’unica guida capace di indicare la strada verso un mondo etico.

Lo strumento indispensabile per costruire una democrazia vera.

L’autorità esiste a prescindere dall’umanità.

L’autorevolezza, invece, senza umanità non può esistere.

Libertà e umanità sono aspetti imprescindibili per vivere una vita degna di essere vissuta.

La rivoluzione della coscienza è una rivoluzione potente.

Tanto potente da sovvertire l’ordine costituito fino a restituirci l’ascolto della nostra umanità.

Qualcosa che succede dentro e si manifesta fuori, negli atti e nelle scelte di ogni giorno.

È il coraggio di essere se stessi e ci porta in dono la libertà.

Quella vera.

Carla Sale Musio

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