IL DESIDERIO

IL DESIDERIO

Una femmina di riccio, nata da poco, aveva fatto amicizia con dei gatti randagi e spesso mangiava da loro, in un campo di periferia.

Li raggiungeva al crepuscolo e quelli ormai la accoglievano.

Pensavano addirittura  fosse una di loro, anche se il manto era un po’ troppo ispido.

Si occupavano dei felini alcune persone, tra cui un ragazzo: alto, bruno e con gli occhi chiari, di un colore raro tra il verde e il celeste.

La giovane femmina di riccio lo guardava da lontano e, nonostante appartenesse ad una specie diversa, riusciva ad ammirare la sua bellezza.

***

Una sera, mentre era intenta a mangiare il cibo dei gatti, non si accorse della presenza del ragazzo accanto a sé: ne fu talmente sorpresa da rimanere immobile, tra paura e curiosità.

***

Il giovane voleva allontanarla, ma abituato ai gatti e non ai ricci, cercò di prenderla tra le mani.

Lei, per timore, si chiuse rapidamente e gli punse le dita.

Allora il ragazzo, incerto sul da farsi, infilò quell’animale ispido in una busta che aveva con sé e lo spostò, liberandolo in un prato poco distante.

Ma quell’esperienza la segnò profondamente: essere presa da lui, aver sentito il suo odore e visto da vicino i suoi occhi le fecero desiderare di essere una femmina umana.

E pensò a come sarebbe stato bello ricevere le sue carezze.

IL DESIDERIO

***

Cominciò a rattristarsi: i gatti non capivano cosa accadesse e non riuscivano a consolarla.

Il mondo le sembrava più buio e si recava sempre meno dai suoi amici, limitandosi a mangiare erbe, bacche e insetti del prato.

Sentiva la tristezza crescere in cuore e non sapeva che accade così anche agli umani, quando soffrono per amore.

Non la consolava la presenza dei suoi simili, che si preparavano al letargo imminente.

Sempre più solitaria, aspettava che tornasse l’inverno, sperando che il sonno profondo potesse guarirla, ma il suo cuore animale batteva forte.

***

Ormai la tristezza diventava sconforto.

Allora, sempre più sofferente, durante una notte di luna piena volse il muso verso l’alto.

E chiese a quel chiarore luminoso un piacere immenso: diventare una femmina umana ed essere amata.

***

Qualche giorno dopo, quando il ragazzo giunse dai gatti, si stupì per quello che vide:

seduta su una delle cucce, mentre i gatti le stavano attorno, c’era una donna, giovanissima e bella.

Lui di certo non l’aveva mai conosciuta: difficilmente se ne sarebbe dimenticato.

La salutò, si avvicinò e la guardò con attenzione: oltre allo splendore del viso, lo colpirono i capelli di lei.

Abbondanti, mossi, lunghi.

Ma, all’apparenza, ispidi.

E poi, quel colore, così particolare: gli ricordava qualcosa…

Ah, ecco! Le sfumature del riccio, quello che aveva liberato nel prato vicino, qualche tempo prima.

Gloria Lai

Opera tutelata da Patamu.com del 23/04/2024 n° 224539.

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