LA BAMBOLA

La sabbia era ancora densa dopo la pioggia.

A camminarci sopra, sembrava di schiacciare pietre piccole, che poi scivolavano di lato.

Aveva deciso di uscire quella mattina: il suo cane le camminava accanto, stupito dagli odori umidi e dai colori della primavera appena iniziata.

Poi, qualcosa di rosso tra le alghe.

*****

Erano partiti di notte, per sfuggire ai controlli.

La barca sembrava leggera, ma avevano deciso: forse oltre il mare c’era una vita diversa. 

Per quel viaggio avevano speso i loro risparmi: lui, lei, una bambina di pochi anni e un altro figlio in arrivo.

Speravano che lui avrebbe conosciuto una vita migliore.

Insieme a loro molti altri, sconosciuti e spaventati.

La bambina aveva con sé poche cose in una borsa e, tra le braccia, teneva una bambola piccola, rossa nei capelli e nel vestito, il suo unico giocattolo.

“Non appesantite la barca”, avevano raccomandato a tutti loro.

E, infatti, lo spazio era ridotto, ricolmo di corpi, di borse alla rinfusa, di pochi viveri.

“Impiegheremo alcune ore ad arrivare”, li avevano rassicurati.

“Il tempo è buono”.

Ma, quando già si vedeva la costa, ecco soffiare un vento improvviso.

La barca oscilla, il terrore cresce, si accalcano tutti su un lato: l’acqua comincia ad entrare.

*****

Una luce vicina: è una nave straniera; si accosta, li accoglie.

Qualcuno prende in braccio la bambina, la mette in salvo sulla nave, ma a lei scivolano in mare la borsa e il giocattolo.

La bambina piange, si sporge in avanti: per fortuna la agguantano e la ricacciano al sicuro.

*****

Fino a quel momento, la bambola non era mai rimasta sola.

E il terrore la prende: un urlo piccolo, poi il gelo dell’acqua.

I capelli si intridono e anche il vestito.

Lentamente comincia ad andare verso il fondo, le braccia levate, come a chiedere aiuto.

*****

Quelle onde non avevano mai visto una bambola, per giunta così graziosa.

Gli dispiaceva davvero che morisse.

Sapevano bene che, senza il loro aiuto, sarebbe finita sul fondo, nascosta da alghe e sabbia.

Nessuno avrebbe saputo di lei, nessuno l’avrebbe cullata: e una bambola muore, quando nessuno le vuole più bene. 

*****

Allora, mosse a compassione, le onde invocano il vento e lui le ascolta.

Sibila potente, le agita scuotendole.

La bambola che quasi si adagiava, ormai sconfitta dalla sorte, si sente trascinare verso l’alto, senza sapere dove.

*****

Le era finito un amore, quello che credeva il più importante, e si era ritirata nella sua casa vicina alla spiaggia.

Era appartenuta ai suoi genitori e lei ci tornava ogni tanto, quando aveva bisogno di riflettere o di vivere qualche tempo in solitudine.

In quei giorni aveva il cuore a brandelli; la consolava il suo cane, un randagio preso dalla strada: da allora, l’animale non mancava di ringraziarla.

Quella mattina aveva appena smesso di piovere, ma lei era uscita per una passeggiata: il cane la precedeva e girellava, riportandole il bastone che la donna gli aveva lanciato.

*****

Poi, lui si ferma e si ferma anche lei: c’è qualcosa di rosso sulla riva, tra la sabbia.

Il cane accorre, smuove le alghe con il muso.

Ed ecco che il rosso diventa un abitino di stoffa, dei capelli lunghi, una coroncina di fiori.

Il rosso è una bambola minuscola, le braccia alzate come a chiedere aiuto.

*****

La donna si china, si stupisce, la raccoglie.

E mentre la guarda, si ricorda di quando, da bambina, aveva perso la sua bambola preferita, dimenticata sulla spiaggia alla fine di una vacanza estiva.

Una distrazione breve la sua: poco dopo era tornata indietro a cercarla, ma la bambola non c’era più.

Piccola come quella appena trovata, aveva colori diversi.

Oppressa dalla colpa, la bambina aveva pianto per giorni.

Allora sua madre, per consolarla, le aveva spiegato che certo, qualcun’altra l’aveva trovata e ci avrebbe giocato ancora.

“Non essere triste”, le aveva detto.

“Una bambola muore, solo quando nessuno le vuole bene”.

*****

La donna si scuote dal ricordo: accarezza la bambola, le toglie le alghe dai capelli, le ripulisce il vestito.

“Torniamo a casa”, dice al cane.

“Abbiamo una bambola da confortare”.

Gloria Lai

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Scritto tutelato da Patamu.com, n°179291 del 20/4/2022

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