Dic 01 2020
ONNIPOTENZA E MAGIA NERA: il terribile problema del male
I bambini arrivano da una dimensione senza spazio né tempo, fatta di totalità e completezza.
Atterranno nella vita portando con sé la percezione dell’Infinito e… diventando adulti imparano a muoversi nella fisicità.
Ecco perché nel rapporto con loro abbiamo tanto da imparare.
E da insegnare.
I codici interiori dei più piccini ci ricordano un mondo che abbiamo dimenticato per adattarci a vivere in questa nostra dimensione fatta di polarità e contrapposizioni.
Accompagnandoli nella crescita abbiamo il compito di aiutarli a comprendere le limitazioni che appartengono alla materialità.
Nel mondo della Totalità da cui provengono, tutto e niente sono la stessa cosa, destra, sinistra, sopra e sotto indicano un’unica direzione e dappertutto e in nessun luogo si equivalgono.
Per muoversi in quella realtà priva di confini occorre aprirsi all’interiorità.
Infatti, è grazie alle sensazioni interiori che possiamo spostarci nell’Infinito e incontrare le situazioni… restando fermi.
Situazioni che… sono sempre Tutto e Niente contemporaneamente.
Come si può dedurre da questa rapida descrizione, il linguaggio fatica ad esprimere le verità che appartengono al Tutto.
Le parole sono adatte a uno svolgimento lineare e non totale, esprimono il prima e dopo, il qui e laggiù che caratterizzano lo spazio e il tempo della realtà fisica.
Nella Totalità (da cui proveniamo) valgono leggi diverse da quelle della linearità, e i paradossi acquistano una validità… difficile da comprendere con la ragione.
I bambini portano con sé le verità di quei mondi (per noi adulti ormai lontani) e le applicano ingenuamente, sollecitando la nostra tenerezza insieme al bisogno di aiutarli a cimentarsi con le leggi della fisicità.
Per i piccoli l’onnipotenza è ancora una verità viva e vitale.
Nel mondo dell’Infinito, infatti, tutto e subito sono certezze assolute e ogni desiderio si realizza immediatamente perché esiste (senza identità) nella pienezza della Totalità.
Nella dimensione fisica, invece, dobbiamo imparare a muoverci dentro un’identità (circoscritta) e confrontarci con tante altre identità (altrettanto circoscritte).
Nella realtà materiale l’onnipotenza si infrange contro il bisogno di confronto.
E lo scambio diventa possibile in seguito al riconoscimento dei propri limiti e alla scoperta della condivisione e della reciprocità.
Ma le tracce di quella dimensione infinita permangono ancora a lungo nella psiche e, dopo la nascita, la maestria del vivere consiste nell’ottemperare la sapienza dell’Infinito con le esigenze della frammentazione che caratterizza l’esperienza terrena.
La magia è la capacità di muoversi agilmente sia nella realtà interiore che nella concretezza, senza confondere i codici dell’una con quelli dell’altra.
Il mago deve imparare a riconoscere le leggi della fisicità e a trascenderle per incontrare le dimensioni prive di tempo e di spazio.
In questo percorso, l’onnipotenza (che appartiene naturalmente all’Infinito e alla mancanza di identità) sollecita il bisogno di “accelerare i tempi” offrendo soluzioni (apparentemente) facili al desiderio di raggiungere subito i propri obiettivi.
Occorre ricordare, però, che è impossibile vivere pienamente la Totalità dentro un’identità, perché ciò che è fuori dalle coordinate dello spazio e del tempo non può circoscriversi o limitarsi.
Così, l’onnipotenza (che appartiene alla dimensione infinita) si deforma nella fisicità, trasformandosi in malvagità quando la si inserisce in contesti concreti e perciò impossibilitati a contenerla.
La magia nera è la conseguenza di un pensiero imbevuto di Totalità ma costretto dentro una dualità che non lo rispecchia perché fatta di separazione e scoperta reciproca.
La crudeltà (conseguente a questo sbaglio) confonde la parte con il Tutto e sollecita un narcisismo patologico, dando vita a tante sofferenze nella psiche come nella realtà.
Ecco perché, vivendo nel mondo delle polarità, è indispensabile riconoscere le dimensioni interiori e imparare a distinguere le leggi diverse che regolano l’esperienza fisica e la vita psichica.
I paradossi appartengono al mondo interiore.
Nella linearità della dimensione terrena: l’incontro aumenta il potere e la divisione lo diminuisce.
L’onnipotenza annienta la conoscenza reciproca dento un delirio di potere assoluto, innaturale (e perciò malato) all’interno della materialità.
Chi vuole amplificare se stesso a discapito degli altri genera molto dolore e inevitabilmente provoca gravi conseguenze nella propria esperienza evolutiva.
I maghi devono imparare a distinguere le sollecitazioni del potere senza lasciarsene sedurre, mantenendo salda la bussola del cuore.
Solo l’amore, infatti, può attraversare tutte le dimensioni.
La frammentazione e il Tutto si conciliano accogliendo gli insegnamenti del cuore.
L’unica magia in grado di compiere miracoli.
Carla Sale Musio
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