STRUMENTI PER DIMAGRIRE: la meditazione

Per tante persone (e io sono tra quelle) la parola meditazione non è attraente: evoca un’immobilità frustrante, pensieri martellanti, insofferenza e noia!

L’idea di stare fermi in silenzio, con gli occhi chiusi e concentrati sul respiro, può rendere questa esperienza insopportabile per chi vive immerso nel ritmo frenetico del nostro mondo occidentale.

Pochi sanno, però, che la meditazione non è qualcosa che si fa ma un modo di essere, un atteggiamento psicologico in cui l’attenzione è rivolta al mondo interiore invece che all’esterno come succede di solito.

Nel corso della giornata tutti portiamo avanti alcune mansioni meditative.

Anche se non ne siamo consapevoli.

Succede quando la nostra attenzione smette di focalizzarsi sul mondo fisico e apriamo il cuore a un ascolto intimo in cui i pensieri si rincorrono tra loro senza che la mente sviluppi alcun controllo.

Ogni volta che svolgiamo delle attività semplici e ripetitive ci spostiamo spontaneamente in una percezione meditativa.

Lavare i piatti, stirare, guidare, camminare… sono occupazioni che spingono a lasciare andare i pensieri fino a condurci in uno stato in cui li percepiamo senza che ci appartengano, un po’ come quando si guarda un film.

La parola meditazione a me non piace, preferirei chiamarla: attenzione interiore o disattenzione partecipe o ascolto senza ascoltatore

Tuttavia, i nomi non sono importanti, ciò che conta è l’atteggiamento rivolto in se stessi e l’assenza di una mente che analizza.

Questo atteggiamento lo assumiamo tutti ogni tanto.

Serve per riposare il cervello, allentare le tensioni e ridurre un pochino la fatica di vivere.

Insomma, ci fa bene.

E non necessariamente deve avvenire stando fermi a fissare un muro bianco o tenendo gli occhi chiusi ascoltando il respiro (a me ascoltare il respiro riesce sempre a farmi venire i nervi).

Quando vogliamo cambiare le nostre abitudini alimentari la meditazione (o, per meglio dire, quei momenti in cui mandiamo in ferie il bisogno di controllo della mente) si rivela uno strumento utile perché ripristina l’armonia nel corpo e aiuta a ritrovare il contatto con l’essenza più profonda di sé (quel qualcosa che silenziosamente osserva la Vita dal primo all’ultimo momento della nostra esistenza) (e forse anche dopo).

Solo riconoscendo la nostra intima autenticità possiamo uscire dalla dipendenza alimentare e ritrovare un rapporto sano con il nostro organismo e con l’ambiente.

I codici ancestrali del corpo pulsano in armonia con la natura, con la coscienza e con tutta la creazione.

E ci ricordano il valore di ogni forma di vita.

Mangiare è un atto sacro legato al piacere di mettere in bocca qualcosa.

Può essere onorato soltanto quando non crea sopraffazione, violenza e morte.

Altrimenti inquina il fisico di sostanze e pensieri tossici: come l’adrenalina, il cortisolo, la paura e il dolore.

Vivere in armonia con se stessi è il primo passo per costruire un mondo migliore.

Spesso il nostro peggior nemico è la mente.

Imparare a metterla da parte per un po’ lascia emergere la saggezza del corpo permettendoci di ascoltare la Vita invece che rispondere freneticamente ai bisogni di una civiltà che corre a perdifiato verso la propria distruzione.

Carla Sale Musio

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