Lug
16
2018

Cerchiamo tutti la pace.
Il problema è che la cerchiamo fuori di noi.
Ci auguriamo che succeda qualcosa in grado di risolvere magicamente le difficoltà, senza per questo sentirci responsabili dei tormenti che affliggono il mondo.
A prima vista sembra impossibile che le radici di ogni guerra si annidino nella vita interiore.
Eppure…
Il seme della brutalità cresce insieme all’amore, e possiede la stessa energia!
Per avere la pace è indispensabile accettare anche la violenza e permetterne la presenza nella psiche.
Quando riconosciamo in noi stessi le parti che più disprezziamo, eliminiamo il razzismo alla radice e creiamo i presupposti per una realtà migliore.
La dualità ci costringe a fare esperienze contrapposte e per evolvere è necessario esplorare la Totalità con coraggio e senza censure.
Accettando l’incoerenza che ne consegue e ci fa sentire vittime di una insopportabile follia.

Ogni giorno ci sforziamo di diventare migliori ma, spesso, per ottenere questo risultato incateniamo nell’inconscio l’energia dell’autoaffermazione (che chiamiamo: aggressività) e nascondiamo (anche a noi stessi) l’odio e l’ostilità che derivano dalla paura di sentirsi calpestati o ignorati.
È difficile accogliere il rancore, l’egoismo, l’orgoglio, la prepotenza, il pregiudizio… soprattutto quando ci riguardano personalmente.
Preferiamo scegliere di essere comprensivi, disponibili, generosi, tolleranti, semplici… e puntiamo la bussola della crescita personale sulle qualità che ci piacerebbe vedere emergere nel mondo.
Le nostre buone intenzioni, però, non bastano a sopprime l’altro polo della dualità.
Il bene resta comunque l’opposto del male.
Il giorno non esiste senza la notte.
La scelta di coltivare un comportamento o un valore non annienta nella coscienza l’esistenza del suo contrario.
E per raggiungere l’armonia occorre aprirsi anche a tutto ciò che non ci piace, tollerando la coesistenza delle polarità dentro se stessi.
La realizzazione personale prende forma dal riconoscimento delle contrapposizioni che animano il mondo interiore e poggia sull’accettazione della loro presenza simultanea nella coscienza.
Questa accoglienza permette di dosare gli ingredienti di ogni azione dando forma a una comunità attenta alle esigenze di tutti.
Un pizzico di sale fa più buona ogni torta.
Così, riconoscere nel mondo interiore la violenza e la guerra insieme all’amore e alla fratellanza è il primo passo per costruire una società migliore.
La parola integrità esprime bene questo concetto.
Integrità è sinonimo di onestà e anche di pienezza.
L’onestà (dapprima con se stessi e poi con gli altri) è il presupposto di una civiltà capace di accogliere senza discriminare.
La pienezza è la conseguenza della ricchezza interiore e l’espressione di una molteplicità di risorse.

L’amore possiede un’energia che si manifesta nella compassione e nella distruzione.
Possiamo scegliere e calibrare i nostri comportamenti solo nella consapevolezza della Totalità che appartiene alla Vita.
Quando escludiamo un polo di quella interezza abbandoniamo le redini del nostro potere personale e rinunciamo ai doni che l’oscurità porta con sé.
Come ho ripetuto tante volte, questo non vuol dire lasciare emergere la brutalità nelle nostre giornate.
Al contrario!
Significa osservarne la pericolosità e gestirne consapevolmente l’energia e l’intensità.
Dalla frammentazione della Totalità in unità contrapposte nascono gli schieramenti, le fazioni, le guerre, la crudeltà e la sofferenza che stanno distruggendo l’umanità.
Dalla ricomposizione di quelle fratture apparentemente insanabili prende forma la possibilità di riconoscere un aspetto di sé in ogni cosa che esiste, restituendo valore e importanza a ogni vita.
Una società evoluta è capace di distinguere il bene dal male senza cancellare gli opposti dalla coscienza.
Ricomporre l’Infinito con consapevolezza restituisce a ogni colore il suo potere, consentendoci di esplorare la realtà senza paure.
Carla Sale Musio

Tags: amore, libri, personalità creativa, violenza
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