
“Bisogna avere il caos dentro di sé per generare una stella danzante.”
F. Nietzsche
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La creatività non è, come si ritiene comunemente, un particolare talento artistico.
La creatività è quella risorsa che permette di scoprire nuove possibilità… un po’ dappertutto.
Un creativo può essere una persona che ignora la storia dell’arte e incapace di disegnare.
La sua creatività consiste nell’inventare modi diversi e migliori per fare le cose di sempre.
Chi possiede una personalità creativa è spinto da una specie di forza interiore a cambiare spesso.
Perciò quando ha stabilito un certo assetto avverte un’esigenza insopprimibile a cambiare tutto per crearne un altro diverso e nuovo.

Questo modo di essere e di vivere, basato su frequenti trasformazioni, genera spesso delle incomprensioni tra chi possiede una personalità creativa e le persone che gli vivono accanto e che, invece, interpretano la sua insopprimibile necessità di variare come irrequietezza, instabilità, incoerenza e altre spiacevoli cose del genere.
Per un creativo esprimere la creatività è come per una pianta fare i suoi frutti: una conseguenza naturale della sua stessa esistenza.
Se gli viene impedito di manifestare il suo spontaneo bisogno di creare, rivolgerà contro di sé la fisiologica propensione al cambiamento e comincerà a produrre sintomi creativi, cioè sintomi difficilmente omologabili.
La creatività è una dote bellissima.
Tuttavia porta con sé numerose sofferenze.
Diversità, solitudine, incomprensione, ridicolizzazione, emarginazione, sono solo le più importanti.
Vediamole una per una:
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DIVERSITÀ
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La creatività spinge a guardare le cose abituali con occhi diversi, in modi nuovi e per questo insoliti.
Spesso ci vuole parecchio tempo perché le novità siano accettate e condivise anche da chi non è creativo e altrettanto portato ad accogliere le innovazioni.
Infatti, un bisogno di stabilità e di prevedibilità ci rende sospettosi e diffidenti davanti a quello che ancora non conosciamo.
Spesso chi è creativo può sentirsi solo.
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SOLITUDINE
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L’originalità e la genialità in un primo momento possono essere marchiate come follia e ritenute sbagliate.
La storia è piena di grandi pensatori diffamati e maltrattati proprio a causa delle loro idee nuove.
Uomini e donne considerati innovatori soltanto molti anni più tardi, quando le loro scoperte, finalmente assimilate e condivise, sono diventate più consuete e quindi considerate normali.
Spesso chi è creativo può sentirsi incompreso.
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INCOMPRENSIONE
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Creatività e normalità sono antitetiche.
Ecco perché in un primo momento la creatività può essere additata come anormalità.
Effettivamente la creatività per definizione non può essere normale, nel senso di: comune, abituale, scontato.
Creare qualcosa di nuovo significa avventurarsi nell’imprevedibile, dentro cose, pensieri, stati d’animo sconosciuti e per questo poco controllabili.
Cose, pensieri e stati d’animo che, costringendoci a cambiare, sovvertono l’ordine costituito.
Rinunciare alle proprie certezze e abitudini può essere molto faticoso e impopolare.
Spesso chi è creativo può venire ridicolizzato.
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RIDICOLIZZAZIONE
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L’a-normalità è una caratteristica intrinseca alla creatività, ma a nessuno piace essere considerato anormale.
Questa parola è sinonimo di: squilibrato, handicappato, anomalo, pervertito, irregolare, strano.
Questi attributi poco desiderabili sono usati per schernire ed emarginare piuttosto che nel loro originario significato.
Spesso chi è creativo può essere emarginato.
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EMARGINAZIONE
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Proporre aspetti diversi e nuovi si scontra con il bisogno conformistico di sentirsi parte di un gruppo.
Le novità e le diversità minano l’appartenenza e per questo sono combattute e allontanate, soprattutto nelle organizzazioni rigide.
Spesso chi è creativo può essere trattato come un diverso.
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Per tutti i motivi esposti sin qui, la creatività è una dote bellissima ma difficile da gestire.
Chi la possiede, a volte finisce per usarla per nascondersi camaleonticamente (a se stesso e agli altri) perché manifestarla apertamente rischia di incontrare poco favore se non un’aperta emarginazione.
La creatività si scontra con il bisogno di ordine, di stabilità, di prevedibilità, di conformismo e di perfezione.

Soprattutto quando si è bambini, avere una personalità creativa può farci sentire diversi, strani, fuori schema, anomali.
Durante la crescita il bisogno di riconoscimento e approvazione è fortissimo e ci spinge a conformarci ai modelli correnti pur di ottenere l’approvazione.
Le intuizioni creative possono essere considerate stranezze dalla maggioranza delle persone che abbiamo intorno e provocare derisione, emarginazione, incomprensione e solitudine.
Ecco perché tante volte creatività, fantasia e originalità sono nascoste dietro un apparente conformismo o una razionalità esagerata.
La creatività è la capacità di staccarsi dal gruppo per camminare con un passo diverso.
Viverla in prima persona vuol dire attraversare la solitudine fino a incontrare un se stesso sconosciuto.
Non sempre è facile.
Bisogna avere il caos dentro di sé per generare una stella danzante.
Carla Sale Musio

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