SEPARAZIONE: affrontare il cambiamento interiore

SEPARAZIONE: affrontare il cambiamento interiore

La paura della separazione paralizza la crescita interiore impedendo all’amore di svilupparsi nei modi naturali che gli sono propri.

Troppo spesso confondiamo la possessività con l’affettività, senza renderci conto che l’amore, quello vero, non rivendica diritti, interessi o proprietà, ma conduce a sviluppare le potenzialità interiori seguendo un percorso proprio, che è diverso per tutti.

Questo percorso, a volte, comporta la separazione tra i coniugi.

Amare un’altra persona vuol dire accostarsi alla profondità di un altro essere, scoprirne le peculiarità e condividerne le emozioni.

Ma soprattutto, significa mostrare la propria vulnerabilità e sperimentare modi sempre diversi di osservare la vita, arricchiti dal punto di vista dell’altro e dal desiderio di rinnovarsi per nutrire la relazione.

L’intimità permette di fare nuove scoperte su di sé, aiutandoci ad accogliere la fragilità.

Nostra e del partner.

È un percorso di crescita che passa attraverso un susseguirsi di sfide, fino a raggiungere un’accettazione priva di pretese e di giudizi.

Da quest’apertura incondizionata nasce la possibilità di separarsi e di accogliere se stessi e il coniuge nel proprio bisogno di autonomia.

In Italia la chiesa cattolica, proclamando l’indissolubilità del matrimonio, ha demonizzato la separazione, trasformando un momento delicato e importante della crescita emotiva in una scelta condannata da Dio e perciò destinata a generare dolore e fallimento.

Tuttavia la visione religiosa è molto distante dalla realtà psicologica.

La capacità di separarsi, infatti, è una conquista dell’autonomia, un momento dell’evoluzione affettiva che rende possibile l’Amore con la A maiuscola, libero dai vincoli del possesso e dell’orgoglio e capace di rispetto e comprensione anche nelle divergenze.

La separazione è una tappa fondamentale nella scuola del voler bene perché segnala una reciprocità matura, un dare che non pretende e non possiede ma accoglie e comprende, senza riserve.

Da questa pienezza emotiva nascono quelle che oggi sono chiamate “famiglie allargate”, gruppi di persone unite dal rispetto gli uni per gli altri e capaci di condividere l’amore per i figli e per se stessi, senza possesso e senza pretendere un’uniformità di obiettivi e d’interessi.

Uniformità imposta dal pensiero cattolico a discapito della realizzazione personale e dell’evoluzione affettiva e psicologicamente impossibile da raggiungere.

Separarsi e affrontare il cambiamento interiore significa lasciare che l’amore coniugale evolva nella libertà, senza perdere di vista l’impegno preso con i figli e senza abiurare l’amore che unisce nel compito di genitori.

Questa nuova indipendenza è possibile soltanto quando ognuno prende su di sé la responsabilità della propria vita e della propria evoluzione, e smette di delegare al partner le colpe o il fallimento della relazione.

In questa chiave, infatti, non ci sono colpe e nemmeno fallimenti, ma una crescita affettiva che passa attraverso l’emancipazione reciproca.

Ciò che importa non è la continuità della convivenza ma l’evolversi di una relazione che nasce con l’innamoramento e prosegue senza interruzioni verso tappe diverse del volersi bene.

SEPARAZIONE: affrontare il cambiamento interiore

Anche quando la passione si trasforma in una comprensione fatta dell’accettazione delle reciproche divergenze.

L’equilibrio poggia sull’ascolto del proprio mondo emotivo e permette di coltivare nuovi interessi ed entusiasmi.

Consentendo a se stessi di perseguire obiettivi in linea col mondo interno ci si apre al cambiamento, lasciando che la crescita emotiva, un passo dopo l’altro, conduca al raggiungimento di una sempre più profonda capacità di voler bene (sia a noi stessi che alle persone con cui abbiamo percorso un tratto di vita).

Nell’amore i momenti di condivisione si alternano ai momenti di solitudine e insieme danno forma a un sentire sempre più profondo, fino a permettere un’accettazione incondizionata di se stessi, della vita e di chi abbiamo a fianco.

Carla Sale Musio

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