Chi possiede una personalità creativa ha un bisogno costante di cambiamento e di rinnovamento.
L’empatia incrementa la conoscenza del mondo interiore.
La creatività fa sì che le cose assumano espressioni sempre diverse.
Dal connubio tra creatività ed empatia prendono forma scelte di vita coraggiose e capaci di trasformare una quotidianità ripetitiva, prevedibile e senza obiettivi, in una vita piena di avventura e di significato.
Tutti i creativi affiancano l’avventura interiore alla conoscenza di nuove verità e ogni evento diventa per loro un’occasione di trasformazione e di accrescimento.
La monotonia riguarda sempre lo stallo dei sentimenti e l’impossibilità di evolvere se stessi lungo il percorso della conoscenza.
Ecco perché il cambiamento è un ingrediente fondamentale nella ricetta della realizzazione personale e della felicità.
Come un elisir miracoloso, consente all’entusiasmo e alla curiosità di riprendere a scorrere nella vita di tutti i giorni, spingendoci a esplorare nuove vie della conoscenza.
Tutto ciò che blocca questo cammino individuale di crescita e di sviluppo emotivo, causa sempre una grande sofferenza favorendo l’insorgere della depressione, dell’ansia, degli attacchi di panico e di tutte le patologie psicologiche che, come una spia rossa accesa, segnalano la fame di rinnovamento interiore.
La nostra società è poco propensa ad assecondare le trasformazioni e i cambiamenti.
Bisogna essere quelli giusti, cioè: controllabili, prevedibili, conformi alle aspettative di chi abbiamo intorno e delle istituzioni.
Deludere queste aspettative ci fa sentire cattivi, poco amabili, riprovevoli.
La paura dell’abbandono, dell’emarginazione e della solitudine incalzano confinandoci dentro scelte di vita che spesso non ci appartengono più.
La necessità di ricevere approvazione e amore ci spingono ad accettare anche stili di comportamento spesso molto distanti dal nostro modo di essere, penalizzando il bisogno di novità e costringendo l’entusiasmo dentro una gabbia stereotipata e priva di uscite.
Ma proprio su queste esigenze di appartenenza e di rispecchiamento fanno leva i dettami di un sistema produttivo che tende a omologare le persone in un esiguo range di comportamenti, finalizzati principalmente al consumo (di prodotti spesso inutili) e al vantaggio di pochi su molti.
Il bisogno di cambiamento è la conseguenza inevitabile della crescita e dell’evoluzione interiore.
E ci sprona a non rimanere aggrappati alle certezze che abbiamo raggiunto.
Anche quando queste sono costate tanti sacrifici.
Ciò che abbiamo costruito con impegno e fatica si trasforma nel tempo (inevitabilmente) fino a diventare il trampolino di lancio che ci catapulta dentro una nuova esperienza di vita.
Sforzarsi di perpetuare le situazioni che interiormente non ci rispecchiano più, significa condannarsi alla sofferenza e alla patologia mentale.
Affrontare con coraggio il cambiamento è la via che conduce a una vita soddisfacente e ricca di nuove possibilità.
Anche quando questo significa affrontare la paura dell’ignoto e il dolore della solitudine e dell’incomprensione.
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STORIE DI CREATIVITÀ E CAMBIAMENTO
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Francesca lavora come fisioterapista in una clinica privata e sa affiancare alla fisioterapia quell’ascolto dell’anima che allevia i dolori miracolosamente.
Ma quando mi chiede un consulto è stanca e priva di entusiasmo.
La professione che ha scelto non l’appassiona più.
La retribuzione è buona e gode di un ottimo rapporto con i pazienti, con la direzione e con i colleghi.
Eppure ha perso la passione e si trascina da un giorno all’altro come se nella sua vita non ci fosse più un futuro.
Con molto imbarazzo racconta la sua insoddisfazione professionale e il suo segreto desiderio di viaggiare.
“Il lavoro che faccio non mi dispiace. Lo faccio con amore e con impegno, ma la vita, scandita dal ritmo quotidiano della clinica, mi fa sentire vecchia già a trent’anni!”
“Cosa le piacerebbe fare?” le chiedo.
“Avrei tanto voluto viaggiare.Quand’ero piccola sognavo di fare la hostess!” racconta illuminandosi tutta “In casa, però, non c’erano soldi e ho scelto di mettermi a lavorare molto presto per aiutare la mia famiglia.”
“E oggi?”
“Oggi le cose sono cambiate anche grazie al mio impegno. Il lavoro serve soltanto a mantenere me. Forse per questo posso finalmente ammettere che non mi piace più.”
Lavoriamo sui sogni di una ragazza che ha sempre affrontato le difficoltà con coraggio e spirito di avventura.
Con tante incertezze Francesca partecipa a uno stage di formazione per hostess di volo.
il corso è costoso e muovendosi dalla Sardegna bisogna aggiungere le spese della trasferta per raggiungere la sede delle lezioni.
Un anno di viaggi avanti e indietro tra Cagliari e Milano.
Francesca paga ogni cosa con il suo stipendio di fisioterapista, risparmiando su tutto quello che può.
E, nel corso dei mesi, mette a fuoco la passione per gli aerei e per il volo.
Con molta emozione presenta le dimissioni dalla clinica per accettare un contratto di lavoro con una compagnia che si occupa di voli internazionali.
Da allora non ha mai smesso di viaggiare.
Il suo posto di lavoro oggi è meno sicuro di quello di un tempo e il futuro delle compagnie aeree è spesso irto di difficoltà, ma Francesca non ha avuto rimpianti.
“Volare mi piace! E non vorrei mai tornare indietro. Posso solo proseguire il mio percorso assecondando ciò che, di volta in volta, è meglio per me.” mi racconta in uno dei colloqui che abbiamo quando, nelle vacanze, torna in Sardegna.
* * *
Martina è iscritta alla facoltà di giurisprudenza, ha dato già dieci esami ma ultimamente un blocco della concentrazione e della memoria non le permette nemmeno di programmare la data di un esame.
Durante una chiacchierata mi racconta che ancora non riesce a immaginarsi un futuro dopo l’università.
L’idea di fare l’avvocato la terrorizza.
“Non sono fatta per le arringhe, sono troppo timida…” mormora guardando in basso con aria colpevole.
“E non mi piacerebbe nemmeno fare il notaio. Tutto il giorno immersa tra scartoffie e contratti! Finirò a lavorare in banca o in qualche struttura pubblica… ma questo non mi fa sentire meglio. Non riesco a capire cosa voglio fare e così perdo tempo senza concludere niente.”
“Sei molto attenta agli altri e sai ascoltare senza dare giudizi, saresti portata per fare la psicologa. Ci hai mai pensato?” le domando.
“Certo! Sarebbe il mio sogno! Ma a casa è una scelta improponibile! I miei genitori la vedono come una professione senza sbocchi lavorativi e, quando inizialmente gliel’avevo proposto, non hanno nemmeno voluto prendere in considerazione la mia scelta.”
“Forse oggi, però, potresti argomentare meglio le tue ragioni e aiutarli a comprendere un mestiere che ancora è poco conosciuto.” ribatto, cercando di aiutarla a sostenere se stessa.
Rinunciare a dieci esami significa dover ricominciare tutto daccapo.
Ma Martina ha saputo trovare la forza di affrontare il suo cambiamento, dapprima analizzando le ragioni profonde che la spingono a scegliere di ascoltare gli altri per tanto tempo tutti i giorni, e poi sostenendo un confronto serrato con i genitori fino a motivarli nell’accogliere la decisione di cambiare facoltà.
Oggi, oltre ad essersi laureata in psicologia, aver sostenuto il tirocinio e l’esame di stato, si è specializzata (diventando psicoterapeuta) e lavora in uno studio tutto suo.
* * *
Serena ha un marito con cui non va d’accordo ormai da molti anni e due figli adolescenti che ama più di se stessa.
Da tempo i litigi sono diventati la musica di ogni giorno e avvelenano la vita familiare trasformando la quotidianità in un inferno di discussioni.
Serena vorrebbe separarsi ma il lavoro la costringe a passare diverse notti fuori di casa e il pensiero di lasciare i suoi ragazzi a vivere con il papà la fa desistere ogni volta.
Così, si rimbocca le maniche e prova di nuovo a riaggiustare i cocci di una relazione sempre più in frantumi.
La tenerezza, la complicità e la passione sono finite e quel “volersi bene fraterno”, che nel tempo ha preso il posto dell’amore, è soffocato e nascosto dalle mille incomprensioni che amareggiano la vita.
Poi un giorno, improvvisamente, prende la decisione che le fa più paura e salta a piè pari nell’ignoto.
Lascia i ragazzi, la casa e il marito, affitta un appartamento e per la prima volta va a vivere da sola.
Il suo cuore di mamma trabocca di dolore, il suo animo libero allarga le ali e plana verso una nuova e sconosciuta realtà.
Si.
I ragazzi staranno col papà.
Si.
Lei potrà vederli soltanto nei giorni stabiliti.
Ma finalmente le litigate hanno fine e oggi può incontrare i suoi figli come se fosse sempre una festa.
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