DONGIOVANNI E OMOSESSUALITÀ

Ci sono uomini che hanno così tanto bisogno di sentirsi attraenti e pieni di fascino da dimenticare l’intimità per inseguire sempre nuovi (ed effimeri) corteggiamenti.

Per loro la seduzione è finalizzata a se stessa più che rispondere al bisogno di conoscersi e condividersi in una relazione.

Ciò che conta è raggiungere la certezza di piacere.

Perciò, nel momento in cui sentono di aver ottenuto l’attenzione e catturato la curiosità di una persona, il rapporto con lei perde d’interesse mentre una sorta di bulimia seduttiva li costringe a solcare altri lidi alla ricerca spasmodica di nuove conferme.

A questi uomini il fascino, il carisma e la seduzione sembrano non bastare mai.

Hanno costantemente bisogno di verificare il loro sex appeal e, pur di ricevere consensi, sono disposti a mettere a rischio qualunque relazione, sia essa un’avventura o un matrimonio.

La rottura dei rapporti, infatti, li spaventa meno della paura di non essere affascinanti.

Nei loro vissuti la mascolinità è sinonimo di conquista.

L’uomo è un vero uomo solo quando piace alle donne.

Per questo i dongiovanni hanno un bisogno smodato di ricevere conferme.

Tutti i seduttori, infatti, conservano intatto dentro di sé lo stereotipo del maschio cacciatore e, incuranti di costruire relazioni profonde e durature, coltivano la convinzione che la virilità sia proporzionale alla disponibilità delle femmine che incontrano.

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Ma cosa tiene in piedi un comportamento così faticoso e frustrante dal punto di vista dell’intimità, della profondità e della conoscenza reciproca?

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Nascosta e censurata nell’angolo più remoto dell’inconscio, la paura di non essere abbastanza maschili e il terrore di ammettere la propria omosessualità sono le cause della compulsione alla conquista che anima queste scelte affettive e relazionali.

Questi uomini, di solito, hanno poche relazioni con gli altri maschi.

Quasi tutti, infatti, si dichiarano entusiasti delle conoscenze femminili ma scarsamente interessati ad avere qualsiasi genere di rapporti con persone del loro stesso sesso.

La paura di scoprirsi poco conformi allo stereotipo maschilista (che li vuole sempre pronti a lanciarsi in nuove avventure) è la molla che determina i loro atteggiamenti seduttivi e nasconde abilmente (anche ai loro stessi occhi) l’insicurezza proprio rispetto alla loro sbandierata eterosessualità. 

Nell’immaginario collettivo un vero uomo deve essere sempre pronto alla sessualità.

È l’uomo:

  • che non deve chiedere mai

  • infedele per natura

  • geneticamente predisposto alla caccia delle donne

Donne che per lui non sono partner con cui scambiare la conoscenza reciproca, ma oggetti finalizzati al piacere sessuale.

In questo modo il dongiovanni disprezza il sesso femminile, al quale invidia segretamente la possibilità di amare gli uomini alla luce del sole.

“Se io fossi una donna…” dichiara spesso con fare noncurante.

Queste persone sentono di doversi impegnare costantemente nel raggiungimento degli standard maschilisti ed esorcizzano l’ansia, provocata in loro dall’intimità, lanciandosi in avventure sempre nuove.

Così facendo sfuggono le relazioni.

Le prodezze sessuali, infatti, son piuttosto racconti di seduzione da condividere con il pubblico delle amiche, o peggio ancora, con la fidanzata gelosa, testimone importante che attesta con la sua gelosia l’identità e la virilità del suo uomo.

Fidanzata con cui spesso il desiderio sessuale è assente, proprio perché il dongiovanni nasconde dentro di sé l’esatto contrario di quello che proclama ai quattro venti.

Il suo tanto ostentato sex appeal, infatti, occulta una profonda inadeguatezza nel vivere la sessualità e un desiderio negato per gli altri uomini.

L’omosessualità è celata dietro un’esibita eterosessualità.

La donna giusta, però, il dongiovanni non la trova mai.

Per lui le donne sono tutte troppo.

Troppo noiose, troppo egoiste, troppo esigenti, troppo possessive, troppo stupide, troppo intelligenti… troppo qualcosa… per andare bene.

Ogni conquista soddisfa il bisogno di riconfermare la propria eterosessualità, e permette di nascondere l’omosessualità dietro una facciata conforme al modello virile ritenuto socialmente più accettabile.

Rubacuori pieni di charme, questi uomini sono sempre molto attraenti, pieni di attenzioni e di premure durante la fase del corteggiamento e capaci di infondere certezze… destinate a crollare una volta raggiunta la sicurezza del proprio potere seduttivo.

Sono molto dotati nell’arte della persuasione e le donne che se ne innamorano non accettano facilmente la delusione conseguente alla scoperta della loro inaffidabilità.

Queste donne spesso combattono una battaglia estrema per ritrovare l’intimità e l’idillio vissuti durante la fase della conquista.

Purtroppo però si tratta sempre di una battaglia persa e destinata a lasciarle con l’autostima a brandelli.

Vittime della crudele indifferenza che il dongiovanni nutre nei confronti del sesso femminile, si rivolgono spesso a noi psicologi chiedendo aiuto, senza riuscire a decidere se l’obiettivo della consulenza debba essere la separazione definitiva, o l’acquisizione degli strumenti necessari a ottenere una miracolosa (e improbabile) redenzione del loro uomo.

In questi casi il lavoro psicologico è rivolto al mondo interiore.

Focalizzarsi sulla patologia del dongiovanni serve a poco.

E certamente più utile (anche se a volte doloroso) chiedersi quale sia la molla che spinge le donne a voler conquistare un uomo… che non ama le donne!

Carla Sale Musio

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