CONFLITTO INTERIORE

Quando due parti della nostra personalità discutono tra loro senza riuscire a mettersi d’accordo, la mente è monopolizzata dal conflitto e diventa impossibile scegliere una direzione.

Un chiacchiericcio ininterrotto occupa i pensieri senza portare nessuna conclusione.

Infatti, quando ci sembra di aver trovato una soluzione, si fanno largo altrettante ragioni contrarie, subito contraddette da una valanga di nuove opposizioni.

A volte queste discussioni si snodano nella mente in un fiume ininterrotto di parole.

Altre volte sono relegate nell’inconscio e diventa impossibile rintracciarle e armonizzarle.

In ogni caso, però, il dibattito tra le parti cattura tutte le risorse interiori lasciandoci esausti e privi di energia.

Ci si sente stanchi, demotivati, poco partecipi e, spesso, questo stato conduce verso un pellegrinaggio medico, fatto di analisi, esami e medicine che purtroppo non migliorano la situazione, perché la vera causa dell’apatia è quella lotta sotterranea tra gli aspetti della personalità che non riescono a mettersi d’accordo.

“Il lavoro che faccio non mi piace…”

“Dovrei lasciarlo e dedicarmi a qualcosa di più adatto a me, qualcosa che rispecchi i miei interessi ed esprima le mie passioni.”

“Non posso lasciarlo, devo pagare le rate della macchina e ho promesso di mettere qualcosa da parte per le emergenze impreviste ma, soprattutto, vorrei fare una bella vacanza quest’estate! I soldi mi servono e questo lavoro mi garantisce un’entrata sicura tutti i mesi.”

“Ma cosa me ne faccio dei soldi se poi sono costretto a spenderli per compensare la frustrazione che provo ogni giorno nel fare cose che non m’interessano e non mi permettono di essere me stesso.”

“Dovrei lasciarlo e dedicarmi a qualcosa di più adatto a me, qualcosa che rispecchi i miei interessi ed esprima le mie passioni…”

E tutto quel ruminare interiore ricomincia daccapo.

Quando c’è un contrasto tra le parti della personalità è indispensabile portare lì la nostra attenzione dando a entrambe la considerazione necessaria in modo che possano manifestare pienamente il proprio punto di vista.

Infatti, la guerra divampa perché abbiamo paura di concedere il giusto spazio a ciascuno dei due aspetti contrapposti.

E, nel tentativo di ottenere un po’ di considerazione, ognuno dei due ribadisce incessantemente la propria interpretazione delle cose, creando quella sgradevole sensazione di avere nella testa due voci che litigano.

“Il mio partner mi tradisce…”

“Non posso sentirmi parte di un harem. Ho bisogno di essere l’unica e di avere il suo amore solo per me. Che senso ha continuare una relazione in cui sono soltanto io a essere innamorata e fedele? Devo lasciarlo. Non c’è altra soluzione.”

“Soltanto l’idea di stare senza di lui mi fa sentire male! Come farò a vivere? Mi sembra tutto inutile e senza senso, abbiamo costruito tante cose insieme! Bisogna che gli parli e cerchi di riconquistare la passione e l’armonia che avevamo un tempo.”

“Ma come posso continuare ad amare una persona che non mi ama più e che non si fa scrupoli a mentirmi per passare il suo tempo con un’altra?!”

“Non posso sentirmi parte di un harem. Ho bisogno di essere l’unica e di avere il suo amore solo per me. Che senso ha continuare una relazione in cui sono soltanto io a essere innamorata e fedele? Devo lasciarlo. Non c’è altra soluzione…”

Anche qui il chiacchiericcio intimo continua senza soluzione di continuità.

Per far sì che il conflitto giunga finalmente a una soluzione è indispensabile permettersi di avere una doppia personalità, cioè di essere palleggiati incessantemente in una contrapposizione interiore (proprio come se fossimo due persone diverse contemporaneamente), lasciando che ognuno dei due aspetti trovi in noi l’accondiscendenza necessaria a esprimersi.

Pretendiamo di essere coerenti, razionali, logici e privi di contraddizioni. Ma non sempre questo è vero.

Accettare la propria pluralità è il primo passo verso la salute mentale e l’armonia.

Intestardirsi a voler essere tutti d’un pezzo, invece, crea una frattura nella personalità e innesca un conflitto senza soluzioni.

Quando lasciamo che il dibattito interiore faccia parte del nostro modo di essere al mondo, permettiamo alla totalità di noi stessi di manifestarsi nella vita e facciamo emergere le nostre risorse e la nostra creatività.

E proprio nella creatività è nascosta la chiave che ci permette di uscire dal conflitto.

Spostare il punto di vista stimola la nascita di soluzioni nuove e apre opportunità apparentemente impossibili.

Ma per ottenere i doni e le soluzioni creative è necessario saper tollerare l’incertezza, la confusione e il disorientamento.

Solo così la Totalità può prendere forma la nella vita.

Nel Tutto ogni possibilità è presente.

La logica si ribella.

La razionalità vacilla.

Ci sono cose che la mente non comprende.

Nella psiche esistono risorse che la ragione non sa trovare.

Lasciare esistere la molteplicità in se stessi consente alla democrazia di strutturarsi nel mondo interiore e permette di attingere sempre nuove possibilità.

La salute mentale non è fatta di un rigido dogmatismo, ma di una plastica pluralità di sé.

Carla Sale Musio

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