RAZZISMO INTERIORE

Nel silenzio della propria anima ognuno di noi compie indisturbato ogni genere di orrori, protetto dalla più omertosa delle impunità.

Nessuno può intervenire, nessuno può testimoniare, nessuno può denunciare la violenza che agiamo contro noi stessi.

 

Viviamo in un mondo di apparenze e giudizio.

E, spesso, per ottenere conferme e approvazione dagli altri occultiamo la nostra realtà interiore dietro una maschera di comportamenti che non ci rispecchiano.

Abbiamo bisogno di sentirci amati, stimati e importanti.

E nascondiamo abilmente quegli aspetti di noi che pensiamo non riscuoterebbero troppi consensi, sforzandoci di essere: disponibili, sorridenti, gentili, premurosi, forti, sicuri, intraprendenti… 

Ognuno combatte una battaglia quotidiana contro se stesso nel tentativo di evitare i lati bui e sconvenienti del proprio carattere.

Vorremmo essere sempre perfetti e quando dobbiamo ammettere la nostra inadeguatezza ci sentiamo indegni, privi di attrattive e di valore.

La nostra parte oscura, però, ci cammina affianco come un’ombra.

Nonostante le pretese di perfezione.

Quando finalmente troviamo il coraggio di guardarla negli occhi ci appare così inadeguata e disdicevole che finiamo per nasconderla subito.

Anche alla nostra consapevolezza.

Preferiamo continuare a credere di avere una personalità solare, priva di asperità e senza lati negativi e, nel tentativo di mantenere salda questa immagine di perfezione, giustifichiamo i comportamenti non troppo edificanti, dirottando le colpe sugli altri.

“È lui (o lei) che… è intrattabile, disattento, prepotente, arrogante, insistente, insolente, eccetera…!!!”

Ma tutta questa fatica, questo cercare affannosamente di apparire migliori di ciò che invece siamo realmente, non colma il bisogno d’amore e nel profondo ci sentiamo sempre insoddisfatti e arrabbiati nei confronti di quegli aspetti del carattere che sono deboli, insicuri, avari, gelosi, orgogliosi, insofferenti, egoisti, dispotici… e colpevoli di non corrispondere al modello di personalità che invece vorremmo interpretare nella vita!

È per questi motivi che, in segreto, maltrattiamo e disprezziamo noi stessi, alimentando la sensazione di non valere nulla.

Abbiamo bisogno di punirci per l’incapacità di raggiungere gli standard comportamentali che ci siamo prefissati, e occultiamo la crudeltà con cui trattiamo le nostre parti infantili.

In questo modo coltiviamo la disonestà, lasciamo crescere le imperfezioni e rendiamo impossibile qualsiasi cambiamento.

È vero, l’onestà con se stessi non è facile.

Significa ammettere i lati negativi, i vizi, le dipendenze, i difetti… quella goffaggine che (ai nostri occhi) ci rende incapaci di ricevere amore e stima.

Così, per evitare il confronto con queste debolezze preferiamo mentire, continuando a ignorare tutto ciò che, invece, dovremmo cambiare.

Questo pericoloso meccanismo di censura non fa altro che aumentare l’intolleranza verso le parti giudicate sbagliate e impedisce di portare avanti un lavoro costruttivo su di sé.

Per migliorarci, per crescere e diventare davvero capaci di impersonare nella vita la nostra parte migliore è indispensabile accogliere, accettare e comprendere anche gli aspetti di noi che non ci piacciono.

Perché soltanto dall’umiltà e dal confronto con le parti della personalità che giudichiamo inaccettabili può nascere il cambiamento che ci renderà migliori.

Quando apriamo il cuore alla bruttezza che, purtroppo, ci appartiene, eliminiamo le radici interiori del razzismo e della violenza.

E possiamo finalmente sperimentare il piacere di sentirci amati per ciò che siamo, piuttosto che per l’immagine idealizzata che vorremmo far credere di essere.

Al contrario, nascondere i lati negativi impedisce un reale scambio con gli altri e porta a bluffare pur di ottenere approvazione e stima.

È così che si struttura la trappola psicologica della non accettazione di sé.

Quando indossiamo una maschera per piacere al mondo, non possiamo sentirci amati perché a essere amata è soltanto la maschera.

Il razzismo interiore si supera accogliendo la totalità di se stessi e aprendo il cuore con umiltà all’ascolto e all’accettazione di ciò siamo veramente.

Solo in questo modo è possibile muovere i passi necessari per migliorarsi e diventare quelli che vorremmo essere.

Il razzismo interiore è la matrice e l’origine di ogni crudeltà perché spinge a proiettare l’odio verso l’esterno e a colpire negli altri il riflesso di ciò che abbiamo censurato in noi.

Le parti negate, infatti, agiscono indisturbate la loro carica negativa e, nel disperato (e inutile) tentativo di evitarle, si finisce per combattere chiunque rappresenti nel mondo la loro esistenza.

Per costruire una realtà migliore bisogna avere il coraggio di guardare negli occhi quello che va cambiato… prima di tutto dentro di sé.

Eliminando il razzismo alla radice.

E lasciando che la comprensione costruisca un cambiamento basato sull’accoglienza della diversità piuttosto che sulla censura.

Non si può avere una vita migliore se prima non si è riusciti a trasformare se stessi.

Carla Sale Musio

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