Feb 12 2012
COME PROGRAMMARE L’INCONSCIO
L’inconscio può essere considerato il programmatore principale della nostra esistenza.
Infatti, è una struttura psichica capace di registrare le esperienze e le conoscenze e utilizzarle al momento opportuno, senza bisogno di sottoporle al vaglio della ragione.
Questa sua peculiarità è stata spesso strumentalizzata da chi gestisce il potere sfruttando le risorse degli altri per i propri fini personali.
Le informazioni che lo riguardano sono poco divulgate.
L’economia e il mercato preferiscono che l’inconscio sia ignorato perché è più facile vendere tanti prodotti manipolando pulsioni e bisogni all’insaputa dei consumatori.
Ma, se vogliamo costruire un mondo migliore, dobbiamo imparare a usarlo al meglio.
L’inconscio è quel genietto invisibile che ci fa trovare al posto giusto nel momento giusto oppure al posto sbagliato nel momento sbagliato.
La sua capacità di produrre effetti reali nella nostra vita va gestita con consapevolezza e competenza per raggiungere il benessere e per la realizzazione dei nostri obiettivi (e non per arricchire le tasche dei pochi che sfruttano i molti).
Quindi, cari amici, lettori e curiosi di questo blog, eccovi alcune semplici e indispensabili istruzioni per un uso efficace e consapevole dell’inconscio.
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Nell’inconscio non esiste il NO
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La prima legge da conoscere è che l’inconscio non nega mai niente.
Parliamo tanto di legge dell’attrazione, di mente positiva, di modificare i pensieri per cambiare la realtà.
Ci compriamo dei libri interessanti e molto incoraggianti.
Seguiamo seminari, corsi, conferenze.
Poi sperimentiamo le tecniche acquisite e costate tanti soldi, tempo e fatica.
E ci deludiamo molto in fretta.
Perché tutto quello che abbiamo imparato… non funziona quasi mai!
E fa crescere ulteriormente il pessimismo, l’insoddisfazione e lo sconforto.
“Tante bugie dette per vendere…”
Pensiamo sconsolati davanti al fallimento del nostro entusiasmo.
Cos’è che non funziona più, quando si tratta di camminare soli lungo la via della trasformazione?
Quello che di solito inficia tutto il nostro lavoro di sperimentazione è proprio la scarsa dimestichezza con il funzionamento dell’inconscio.
E soprattutto l’ignoranza della sua avversione per il no.
Bisogna considerare che l’inconscio è una struttura democratica e tollerante, in cui ogni cosa trova posto e accettazione e dove le realtà convivono sempre tutte insieme.
Essendo immateriale, l’inconscio non segue le leggi spaziali e temporali della fisicità, ma quelle intangibili della totalità, del Tutto (con la T maiuscola).
L’inconscio è un Tutto.
(Si. Lo so. Questo concetto è incomprensibile per la ragione, che ha bisogno sempre di frammentare le cose e catalogarle. Ma per una volta, date retta alla vostra intuizione. Ce la potete fare…)
L’inconscio è un Tutto.
E nel Tutto non ci può essere posto per il no.
Nel Tutto ogni cosa trova sempre accoglienza.
Perché ogni cosa è parte del Tutto.
Ecco perché nell’inconscio non esiste il no.
Poiché funziona secondo le leggi della Totalità quando vogliamo raggiungere un obiettivo utilizzando i poteri dell’inconscio dobbiamo tradurlo sempre in un SÌ.
E questa è una delle difficoltà maggiori che s’incontrano nel programmare il nostro fedele servitore.
Infatti, normalmente utilizziamo spessissimo il no.
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Non mi piace
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Non voglio
-
Devo smettere
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Non sarò
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Non farò
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Non dirò
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Non m’interessa
Per avere una programmazione efficace tutte queste frasi dovranno essere cambiate in:
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Mi piace
-
Voglio
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Scelgo
-
Sono
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Faccio
-
Dico
-
M’interessa