VOGLIO FARMI UNA FAMIGLIA!

VOGLIO FARMI UNA FAMIGLIA

Mi capita spesso di sentire quest’affermazione nel corso dei colloqui clinici.

Soprattutto le donne (ma anche gli uomini) a un certo punto della vita decidono che è giunto il momento di farsi una famiglia.

Sembra che la famiglia sia un obiettivo quasi inevitabile.

Personalmente, considero la decisione di farsi una famiglia, molto insidiosa e psicologicamente scorretta.

Non credo, infatti, che una famiglia si possa FARE.

Penso che una famiglia SUCCEDA.

Cioè, nel corso della vita può capitare… di trovarsi in mezzo a una famiglia.

Ma prima di affrontare questo spinoso argomento occorre stabilire cosa s’intende dicendo famiglia.

Solitamente le persone che decidono di farsi una famiglia associano alla parola famiglia l’immagine di un padre e una madre con dei bambini… un po’ stile Mulino Bianco.

Non tutte le famiglie, però, sono composte così.

La famiglia è un insieme di persone che, spesso, condividono rapporti di parentela ma non sempre e non necessariamente.

Ci sono famiglie che sono tali pur non avendo nessuna parentela.

Basta pensare alle unioni di fatto.

Ingiustamente nell’immaginario comune la parola famiglia ha come corollario il matrimonio.

Però, il matrimonio è un contratto legale mentre famiglia indica un legame affettivo molto stretto.

I legami esistono a prescindere dai contratti, seguono regole emotive e cardiache e se ne infischiano delle norme giuridiche.

Le persone che condividono insieme le difficoltà e le gioie della vita, formano una famiglia anche se non si sono mai sposate tra loro.

Ciò che oggi chiamiamo famiglia è un insieme molto più plastico, permeabile ed emotivo, di un tempo.

Ci sono genitori che, senza essersi mai sposati, condividono la responsabilità dei figli avuti insieme.

E ci sono genitori che, essendosi sposati, combattono una guerra fredda dentro le mura domestiche, coinvolgendo anche i figli in lealtà e schieramenti di parte, dolorosissimi e psicologicamente devastanti.

Ci sono famiglie che crescono figli avuti con altri partner.

E ci sono genitori che abbandonano i figli insieme al partner, per costruire famiglie nuove con partner nuovi.

Ci sono poi persone che condividono la vita, senza avere nessuna consanguineità, nessuna parentela legale e nessuna sessualità insieme.

Persone che, semplicemente, si scelgono per un impulso del cuore al quale non possono sottrarsi e che costruiscono legami il cui unico collante è la reciproca affettività.

Famiglie di fatto, unite dal volersi bene e dall’amicizia, formano unioni che durano nel tempo, senza burocrazia e falsi sentimentalismi, senza altri obblighi che la spinta emotiva dell’anima.

Il cuore non ragiona.

Segue l’istinto e non si può programmare.

Per questo l’affermazione voglio farmi una famiglia è insidiosa e psicologicamente scorretta.

Non rispetta le leggi del cuore.

Non si può fare una famiglia, come fare un’assicurazione, come fare un lavoro o come fare una vacanza.

La famiglia non è un bene di consumo, acquistabile e programmabile.

La famiglia è la conseguenza di un volersi bene che spinge a camminare insieme, per un tratto o per tutto il percorso della vita.

Può succedere che ci si ritrovi a vivere con qualcuno che condivide con noi la sessualità, la genitorialità, l’amicizia, la responsabilità e la tenerezza… per tutta la vita.

Può succedere che, invece, ci si debba separare fino a perdersi di vista… per sempre.

Perché famiglia è anche distacco.

È sapersi allontanare quando il cuore segnala il cambiamento.

È trovare il modo di crescere dei figli insieme, senza dover per forza vivere insieme.

I legami del cuore non hanno bisogno di garanzie, si formano e si sciolgono senza che la ragione possa farci nulla.

Costringere il cuore dentro rapporti pensati a tavolino fa ammalare.

Inevitabilmente.

Soltanto l’amore può tenere insieme le persone (senza bisogno di contratti né di ricatti).

Il cuore non è normale.

È vero.

Carla Sale Musio

Te la do io l'anima gemella

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