A-TEMPORALITÀ: senza il tempo

L’a-temporalità è uno stato della coscienza in cui si è talmente concentrati da non avere più la percezione del tempo che passa.

Le personalità creative entrano con facilità in questo stato psichico e può essere difficile programmare le cose con loro.

L’a-temporalità ci permette di diventare un tutt’uno con quello che stiamo facendo.

Gli artisti, di solito, chiamano questo modo di essere ispirazione o estasi creativa.

Gli innamorati ne sono posseduti in certi momenti d’intimità e i mistici lo sperimentano nella contemplazione o durante la meditazione e la preghiera.

Tutti quanti entriamo in una condizione di a-temporalità quando siamo talmente immersi nei nostri pensieri da non accorgerci di nient’altro.

In quei momenti usufruiamo di un’attenzione totale e focalizzata.

Sperimentare questo stato di coscienza consente di perdere il confine tra se stessi e il resto del mondo e di diventare un tutt’uno con l’oggetto della nostra attenzione.

In questo modo si può accedere a una conoscenza per appartenenza, diventando letteralmente quello che si vuole conoscere.

Non è un processo logico, però è naturale.

Appartiene alle modalità di conoscenza dell’emisfero destro del cervello.

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FENOMENI MOLTO-NORMALI

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Le personalità creative alternano alla conoscenza lineare questa conoscenza per identificazione in virtù della quale hanno spesso fenomeni intuitivi e sensitivi.

Si tratta di eventi ingiustamente chiamati paranormali (un termine che spaventa e infastidisce molti perché evoca spettacoli da baraccone e spiritismo).

I cosiddetti fenomeni paranormali sono invece fenomeni molto normali.

Capitano a tutti e sono più frequenti di quanto non si creda.

Le persone, però, preferiscono non raccontarli troppo in giro per paura di essere derise o emarginate.

Purtroppo tutti gli accadimenti che la logica non riesce a processare sono collocati, dall’immaginario comune, in quella A-normalità che fa paura.

I fenomeni intuitivi e sensitivi non sono ammessi dalla scienza perché, non essendoci distinzione fra se stessi e l’oggetto della conoscenza, seguono un criterio soggettivo che la scienza ancora non sa gestire e non annovera tra i suoi parametri di ricerca.

Il cuore e i criteri soggettivi sono strettamente imparentati.

Il nostro cuore legge il mondo utilizzando sempre parametri soggettivi.

Questo significa che non è replicabile, non è riproducibile e non si può clonare.

Ma non vuol dire che non sia reale.

La nostra irripetibilità è unica e reale.

Ci permette di sentire con chiarezza la verità di quello che stiamo vivendo.

Il cuore non è normale.

È vero.

Carla Sale Musio

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