Ago 17 2018
PSICOTERAPIA: paure, risorse, cambiamento
“Ok. Basta. Non ce la faccio più. Adesso chiedo aiuto a uno specialista!”
Sono più o meno queste le parole che accompagnano la decisione di rivolgersi a uno psicologo.
Prendere il telefono, comporre il numero e farsi dare un appuntamento è spesso una scelta irta di difficoltà.
Le emozioni si accavallano:
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un senso di liberazione alimenta la speranza di poter finalmente delegare la soluzione dei propri problemi
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la paura di non saper bastare a se stessi scatena vissuti di fallimento
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il desiderio di scoprire risorse nuove convive con l’angoscia di prendere l’ennesimo granchio e sprofondare ancora di più nella sofferenza
Interpellare uno specialista della psiche è sempre un passo difficile: sia per chi non ha mai fatto una psicoterapia, sia per chi invece ha già vissuto questa esperienza.
Chiedere aiuto a uno psicologo è una valutazione personale cui si giunge dopo aver provato a risolvere da soli le difficoltà che costellano la vita.
Ed è giusto che sia così.
È importante scegliere il momento per intraprendere un lavoro su se stessi.
La psicoterapia non è un trattamento in cui il paziente deve seguire passivamente le direttive dello specialista.
Lo psicologo non è un medico, non cura le malattie, non pensa che le persone debbano guarire e non prescrive medicine.
Tutte queste cose competono agli psichiatri, cioè ai medici che si occupano delle patologie mentali.
Gli psicologi lavorano sulla salute e sul benessere, non sono medici e seguono un percorso di formazione completamente diverso da quello degli psichiatri.
I medici e gli psichiatri per diventare idonei all’esercizio della psicoterapia devono prendere un’ulteriore specializzazione (identica a quella degli psicologi ma non prevista nei programmi della facoltà di medicina) perché gli studi svolti in precedenza non sono sufficienti.
La psicoterapia non è una cura medica ma un percorso di cambiamento dove il paziente è parte attiva del processo mentre il terapeuta promuove la riflessione grazie all’ausilio delle domande.
Non dei farmaci.
Per fare lo psicoterapeuta bisogna aver fatto esperienza di una o più psicoterapie, cioè aver seguito un percorso di cambiamento sperimentando sulla propria pelle cosa si prova a risolvere le difficoltà grazie all’aiuto di uno specialista della psiche.
E questa è una delle ragioni per cui il lavoro dello psicologo è molto diverso da quello del medico e da quello dello psichiatra.
Nelle professioni mediche non è necessario aver sperimentato personalmente le cure da proporre ai pazienti: uno psichiatra non deve aver preso degli psicofarmaci per poterli somministrare, un dentista non deve essersi fatto curare i denti, né un cardiologo deve aver sofferto di cuore.
Uno psicoterapeuta, invece, per poter essere efficace deve essere stato seduto anche dall’altra parte della scrivania, mettendosi in gioco personalmente.
La medicina e la psicologia sono scienze diverse, erroneamente confuse tra loro.
Per questo, parlando di psicoterapia, è indispensabile evidenziare le diversità e sfatare i pregiudizi che gravano sulla scelta di chiedere un aiuto psicologico.
La paura di cominciare un percorso di crescita personale può essere la conseguenza di una conoscenza impropria delle competenze necessarie a diventare specialisti della psiche e delle tipologie dei pazienti cui psichiatri e psicoterapeuti si rivolgono.
Chi soffre di una patologia psichica (di competenza degli psichiatri) spesso non è capace di chiedere aiuto in prima persona.
La malattia mentale, infatti, altera la percezione della realtà e questo rende difficile riconoscerla a chi ne è portatore.
Chiedere una psicoterapia significa mettersi in gioco in prima persona.
Occorrono:
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una buona capacità introspettiva
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la curiosità di scoprire parti nuove di sé
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la poliedricità indispensabile a far emergere soluzioni inesplorate
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il coraggio di affrontare i cambiamenti
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l’umiltà di riconoscere le proprie rigidità
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e una grande passione per la vita