CHE COS’È LA PSICOTERAPIA

Si parla tanto di psicoterapia.

Tuttavia, poche persone conoscono davvero il senso di questa parola.

Secondo il dizionario la psicoterapia è:

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Una cura psicologica volta a rafforzare l’efficienza funzionale della personalità e basata sulle interazioni tra il terapeuta e il paziente.

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Secondo il buon senso comune la psicoterapia è:

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Un rimedio per chi ha qualche rotella fuori posto.

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L’incomprensione che aleggia intorno al significato della parola psicoterapia crea molta diffidenza e suscita paure diverse davanti al desiderio di rivolgersi a uno specialista della psiche.

Per quanto mi riguarda, da oltre trent’anni la psicoterapia è la mia occupazione principale e sento la responsabilità di sfatare i pregiudizi che annebbiano la comprensione in merito al lavoro psicologico e alla conoscenza interiore.

Secondo me la psicoterapia è:

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Un percorso di conoscenza di sé che si avvale del sostegno di uno specialista capace di far emergere le risorse sane della psiche durante uno o più colloqui amichevoli, intimi e piacevoli.

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Fare psicoterapia significa approfondire il proprio dialogo interiore per lasciare emergere possibilità nuove nella vita di tutti i giorni.

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Nel gergo della medicina chi segue un cammino di questo tipo viene chiamato: paziente o psicoterapeuta a seconda della posizione che occupa rispetto alla scrivania.

Lo psicoterapeuta siede dietro alla scrivania mentre il paziente occupa un posto davanti.

Entrambi sono:

  • spinti dalla voglia di scoprire il mondo interiore

  • curiosi di conoscere l’anima delle cose e delle persone

  • incapaci di fermarsi alle apparenze

  • desiderosi di trovare in se stessi le risposte necessarie a migliorarne la qualità della vita e a far luce sul significato dell’esistenza

Dietro alla scelta di fare lo psicoterapeuta e dietro ogni richiesta di aiuto emerge sempre la domanda:

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“Perché si vive?”

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Seguita a ruota dal suo inevitabile corollario:

m

“Perché si muore?”

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Naturalmente né lo psicoterapeuta né il paziente possiedono la risposta definitiva a queste domande.

E di sicuro chi si rivolge a uno psicologo non desidera che quest’ultimo gli racconti la propria visione della vita o elargisca dei buoni consigli.

Quello che tutti quanti vogliamo quando ci sediamo davanti alla scrivania di uno psicoterapeuta è qualcuno che sappia aiutarci a tirare fuori la nostra verità, quel quid intimo e personale che ci rende unici e speciali.

Ognuno di noi, infatti, vive (e muore) per dare forma alla propria unicità e per esprimere le qualità profonde che ci rendono diversi da chiunque altro.

Un bravo psicoterapeuta non si vergogna di andare a sua volta da uno psicoterapeuta, ma anzi!

Proprio perché ha scelto di confrontarsi tutti i giorni con il mondo intimo delle persone ha bisogno di essere aiutato a comprendere i propri vissuti interiori, sollecitati quotidianamente dal coinvolgimento nel lavoro con i pazienti oltreché dagli eventi della vita.

Fare psicoterapia significa mettersi costantemente in gioco evidenziando gli atteggiamenti che inibiscono l’espressione di sé e affiancando nuovi modi di esprimersi alle abitudini comportamentali costruite nel tempo.

E questo vale sia per il terapeuta che per il paziente.

A prima vista può sembrare che non ci sia molta differenza fra i due ruoli: paziente e terapeuta parlano insieme impegnandosi a sostenere il cambiamento interiore e a migliorare la qualità della propria vita.

Un occhio più attento, però, si rende conto che mentre il paziente descrive le proprie difficoltà il terapeuta (che pure nota ciò che si agita nel proprio inconscio) sta bene attento a non parlare di sé e si concentra sul modo in cui far emergere i cambiamenti positivi nella vita di chi ha davanti.

Questo perché un terapeuta preparato e capace:

  • non si sostituisce al paziente nelle decisioni che quest’ultimo deve prendere

  • non vuole diventare un guru

  • non racconta le proprie esperienze come se fossero un modello da imitare

  • non pensa di essere il depositario di una indiscutibile saggezza

Un bravo terapeuta sa che, per la legge della risonanza, il simile attira il simile e ogni paziente indica un aspetto che egli stesso ha bisogno di analizzare e curare.

Così, mentre il paziente racconta i propri vissuti, il terapeuta mette in evidenza le risorse che possono essere utili a superare le difficoltà, formulando le domande necessarie a fare emergere comprensioni nuove (e non indicando quale strada seguire).

Essere un bravo terapeuta significa essere anche un paziente e accogliere in se stessi l’insegnamento che ogni richiesta di aiuto porta con sé.

La psicoterapia è un’occasione per sperimentare il valore di una relazione che lascia liberi e accende una profonda creatività interiore.

Carla Sale Musio

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