LA SEPARAZIONE È UNO STEP DELL’AMORE


Crediamo che la fine di una relazione sia uno degli avvenimenti più drammatici della vita ma, dal punto di vista psicologico, la separazione è un momento fondamentale nella crescita interiore.

In questa nostra società malata di utilitarismo, troppo spesso l’affetto è confuso con la dipendenza e con il bisogno di garantirsi un appagamento emotivo.

Una pedagogia nera (basata sulla prevaricazione e sul potere indiscutibile degli adulti) ci spinge a sovrapporre l’amore di coppia all’amore che lega i genitori ai figli, portandoci a pretendere dal partner una reciprocità incondizionata e totale.

Esigiamo la continuità nelle relazioni e, convinti che la separazione rappresenti sempre un fallimento, ci sembra impossibile riconoscere il valore evolutivo nella fine di un rapporto d’amore.

Sciogliere un matrimonio non è mai facile, significa abbandonare il sogno di una stabilità affettiva per cambiare le proprie abitudini, interiori e di vita.

Eppure… la capacità di separarsi è una tappa fondamentale della crescita e chi sa affrontare anche la fine di una relazione, ha un’occasione per imparare a voler bene con autenticità e senza possesso.

L’amore non cerca di garantirsi la sicurezza o la tranquillità e non coltiva l’opportunismo, l’ipocrisia e l’egoismo.

La maturità affettiva poggia sulla capacità di lasciare libero il partner (e se stessi) senza ostinarsi in una convivenza quando questa ostacola la crescita.

Finché siamo bambini la dipendenza dai genitori (indispensabile per sopravvivere) ci porta a desiderare un amore incondizionato dove i grandi si adoperano ininterrottamente per il benessere dei piccoli.

È un sogno impossibile da realizzare in questa nostra dimensione materiale, imperfetta e costantemente alle prese con la dualità degli opposti, con il bene e con il male, con la fatica e con la leggerezza, con la dolcezza e con la crudeltà, con la gioia e con il dolore.

Anche chi ha avuto una famiglia premurosa e sollecita accusa la mancanza di una dedizione assoluta, possibile solo nella Totalità da cui (forse) tutti quanti proveniamo.

Ognuno di noi attende con ansia il momento di innamorarsi per trovare finalmente un amore in grado di soddisfare quell’antico bisogno, portando a compimento le fantasie infantili.

Nei miti, nelle leggende e nelle fiabe, la divinità, il mago, la fata o il principe azzurro, arrivano a salvarci dalla cattiva sorte per trasportarci in un mondo magico dove finalmente quei desideri troveranno il loro compenso.

Ma al di fuori dalle storie e dai racconti, nel ritmo frenetico della nostra quotidianità, siamo costretti a cimentarci con gli opposti, con l’imperfezione e con il cambiamento che costellano la vita.

Ciò che in passato ha permesso di sperimentarci e crescere trova nel presente il proprio limite.

L’evoluzione spinge inesorabilmente ad affrontare infinite trasformazioni, interiori ed esteriori, lungo un percorso evolutivo che non si arresta mai.

A questa legge non sfuggono nemmeno le relazioni, che attraversano un processo di cambiamento senza soluzione di continuità e per questo vanno incontro a periodi di separazione.

Temporanei o definitivi.

Nel viaggio che dal bisogno di ricevere conduce verso un donarsi senza riserve, la separazione è uno step importante che ci accompagna a scoprire il valore dell’autenticità e della libertà.

La capacità di riconoscere e accettare la fine di una relazione presuppone la sincerità e la reciprocità necessarie per sciogliere un matrimonio senza perdere la profondità del legame affettivo.

Non voglio parlare delle guerre legali combattute per ottenere i beni materiali condivisi da una coppia.

Mi riferisco al dialogo indispensabile a rivelare (a se stessi e al partner) il proprio cambiamento interiore e le ragioni che fanno emergere la necessità di proseguire la vita lungo strade diverse.

Anche quando ci sono dei figli.

I figli, infatti, sono spesso un pretesto per rimandare quel confronto intimo e profondo che accompagna la fine di una storia d’amore.

Da quel dialogo e dalla capacità di comprendersi e di ascoltarsi, prendono forma le scelte che fanno della separazione un momento drammatico e carico di conflittualità o un momento di conoscenza, di crescita, di rispetto e di reciprocità.

Permettere la libertà non è facile, viviamo nell’era del consumo e del possesso.

Saper condividere la propria intima verità con umiltà e sincerità è l’aspetto più potente dell’amore e, a volte, è l’unico modo per riaccendere un rapporto che sembrava finito.

Occorre mostrare la propria anima con onestà, senza ipocrisie e senza avidità.

Il cuore conosce d’istinto la sincerità e davanti all’integrità emotiva rivela tutta la sua profondità.

In questa chiave, separarsi non è una fuga infantile dalle proprie responsabilità ma un momento di conoscenza foriero di una nuova saggezza.

Per viverlo pienamente è necessario abbandonare i pregiudizi che ci spingono a cercare compulsivamente un’altra metà di noi stessi, e aprirsi all’idea che la vita sia un passo di danza in cui ognuno sceglie il proprio ritmo e il proprio tempo, affiancando qualcuno per un tratto di strada.

O per sempre.

Senza volerlo trattenere.

La libertà è il presupposto più profondo dell’amore e il suo più grande insegnamento di vita.

Carla Sale Musio

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