VOLDEMORT: il mostro che ognuno ha dentro (e rinnega)

Nella saga di Harry Potter, Lord Voldemort è il mago oscuro capace di compiere qualsiasi atrocità pur di accrescere il proprio potere ed esaltare se stesso.

Tutto teso al raggiungimento di una gloria disumana, fondata sul terrore e sulla sottomissione dei suoi seguaci, vive ingannando gli altri e tradendo con freddezza chi lo segue.

La malvagità e il narcisismo fanno di lui un temibile antagonista di Harry: il mago giovane, buono e leale che rischia la vita in continuazione per salvare gli amici.

A una prima lettura potrebbe sembrare che queste due figure non abbiano niente in comune e rappresentino soltanto la contrapposizione tra il bene e il male.

Tuttavia, ad uno sguardo attento non sfuggono gli indizi che occhieggiano tra le pagine del libro, lasciando evincere un’unione profonda tra i due personaggi:

  • si comincia dalle similitudini vissute durante l’infanzia,

  • per continuare con la scelta della bacchetta magica fatta della medesima sostanza,

  • e finire con lo scontro all’ultimo sangue in cui Harry, nonostante il vantaggio ottenuto, non riesce ad uccidere Voldemort (o non può).

L’autrice semina qua e là allusioni velate ad una medesima storia di vita che segue binari differenti in seguito alle scelte compiute da entrambi.

Scelte diverse corrispondenti a caratteri diversi.

E proprio l’ultima scena mostra un’ennesima volta all’identità nascosta tra i due personaggi, segnalando tra le righe una condivisione animica così pregnante che uccidendo Voldemort Harry (forse) finirebbe per uccidere anche se stesso.

Come ho sostenuto più volte, la saga di Harry Potter racconta il difficile cammino del mago: un percorso pieno di insidie in cui ognuno deve riconoscere la propria verità senza lasciarsi distrarre dalle apparenze della vita.

In questa chiave, il rapporto tra Harry e Voldemort segnala l’impossibilità a liberarsi dal male se prima non se ne riconoscono le radici dentro alla propria anima.

Come un alter ego perverso e crudele, Voldemort indica a Harry (e al lettore) tutto ciò che quest’ultimo non ha scelto (tanto più quanto ne sente la presenza nelle viscere).

“Non voglio andare a Serpe Verde…” implora Harry durante la cerimonia di assegnazione alle case di Hogwarts (presentendo inconsciamente la propria idoneità anche alla casa dei cattivi).

Vorremmo essere migliori e ci impegniamo con tutte le nostre forze a coltivare il bene ma, proprio questo sforzo costante, sostiene un’idealizzazione che ignora la malvagità aumentandone il potere occulto.

Il bene, infatti, è tale solo quando si distingue dal male e più cerchiamo di renderlo immacolato dentro di noi più, involontariamente, rendiamo brillante anche il male.

Che fare quindi per uscire da questa polarità conflittuale?

L’unica soluzione è accogliere anche il male in se stessi, senza censurarlo o demonizzarlo, imparando a conoscerne il limite e la pericolosità in modo da poterlo gestire senza danni.

Bontà e crudeltà sono entrambe scelte possibili, biforcazioni che la vita ci propone costantemente.

La violenza e il potere rappresentano vie che a volte ci piacerebbe percorrere ma, proprio per questo, ci costringono a scegliere.. facendo crescere la nostra responsabilità.

Il male, infatti, è quella imperfezione che sporca l’idealizzazione immacolata di noi stessi, riportandoci continuamente all’interno del nostro percorso evolutivo.

Senza soluzione di continuità.

La somiglianza tra Voldemort ed Harry sottolinea le scelte buone di Harry e racconta ai lettori le conseguenze della malvagità.

Nella realtà della vita quotidiana, ognuno di noi sarà chiamato a misurarsi con entrambe le possibilità e si troverà davanti alla necessità di integrare il proprio male interiore.

Senza agirlo e senza negarlo.

Osservandone con lucidità (e umiltà) l’esistenza dentro di sé.

La magia è quella straordinaria capacità di compiere i miracoli nella vita di tutti i giorni.

E il più grande miracolo che si possa attuare è osservare i propri demoni con sincerità.

Perché solo da questa comprensione può prendere forma un mondo migliore.

Carla Sale Musio

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Ultimi commenti

One thought on “VOLDEMORT: il mostro che ognuno ha dentro (e rinnega)

  1. le tue parole sono sempre un toccasana per l’anima. Una pozione magica per l’intelletto. Un tassello nel percorso evolutivo. Grazie grande dal Cuore

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