Le personalità creative: SONO INSICURE

Gestire una molteplicità di sé può portare a sentirsi insicuri e incoerenti e può generare idee di auto svalutazione e bassa autostima.

La plasticità, infatti, non è facile da condividere e spesso viene interpretata come incoerenza o mutevolezza del carattere.

Quando non sono capite, le personalità creative possono essere giudicate: dispersive, ipersensibili, insicure, lunatiche o impulsive.

(A volte anche da loro stesse).

Per riconoscere e utilizzare appieno i vantaggi della loro poliedricità è necessario comprenderne il funzionamento.

A volte per ripristinare un’adeguata comprensione di sé è necessario un aiuto psicologico.

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MATTEO HA TANTI SÉ…

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Matteo ha tanti sè.

Si è trasferito in Sardegna per stare vicino ad Annalisa e costruire una vita insieme a lei ma ultimamente si sente insicuro su tutto.

Non sa più quale sia la scelta giusta.

È confuso.

Matteo è il figlio più grande di una famiglia numerosa.

Il papà è morto quando lui era ancora molto giovane e la mamma ha sempre contato su di lui.

Quando ha deciso di trasferirsi da Torino a Cagliari, la sua mancanza l’hanno sentita tutti: amici, mamma e fratelli, anche quelli ormai grandi e sposati.

La mamma gli telefona ogni giorno.

“Almeno una volta ha bisogno di sentirmi.”

Racconta Matteo.

“Sono il suo psicologo, il suo confessore e il suo antidepressivo!”

Poi sorride con tenerezza al pensiero dei tanti problemi, spesso inesistenti, della mamma.

“Non vuole farmene una colpa… ma il fatto che abbia scelto di vivere qui, non le va giù. Mi giudica sempre troppo impulsivo.”

Matteo è paziente con lei e lo è anche con Annalisa.

“Annalisa vuole che la accompagni dappertutto. Le piace che la aiuti perfino nel lavoro! Fa l’arredatrice e spesso deve viaggiare e scegliere oggetti e mobili per conto dell’azienda dove lavora. Molte volte io non potrei assentarmi e sono costretto a fare i salti mortali pur di accontentarla. Non sempre è possibile…”

La pazienza di Matteo non si limita nemmeno con il suo principale.

“Il capo mi chiede di occuparmi di tutto. Sa che so essere diplomatico e trattare con i colleghi. Spesso finisce che, per accontentare tutti, ci rimetto io!”

Matteo ha una personalità creativa e, per questo, è naturalmente portato a comprendere i bisogni degli altri.

Quando parla al telefono con la mamma: sente il suo dispiacere per la lontananza e si fa in quattro nel cercare di consolarla.

Quando è con Annalisa: capisce il suo entusiasmo e la passione che riversa nelle cose che fa, e sceglie di accompagnarla senza considerare le ripercussioni che quelle partenze improvvise provocano nelle sue attività.

Quando poi è al lavoro: conosce le necessità del caposervizio e dei colleghi e si prodiga per cercare di creare una collaborazione produttiva per tutti.

Ma quando, infine, si ricorda di essere solamente Matteo… be’… allora si sente confuso!

Perché a forza d’immedesimarsi negli altri ha perso il contatto con le proprie esigenze.

Così, ogni tanto ascolta se stesso e… delude tutti: negando di colpo e senza preavviso la sua disponibilità (tanto naturale da essere scontata e, spesso, pretesa).

Ecco perché è giudicato: lunatico, collerico e prepotente.

Per essere valutato con più generosità e obiettività da chi gli sta intorno, Matteo dovrà imparare a essere meno brusco e improvviso quando decide di ascoltarsi e volersi bene.

E costruire un equilibrio nuovo tra i suoi bisogni e le esigenze altrui.

Senza sentirsi in colpa quando pensa a sé.

E senza sentirsi usato quando pensa (troppo) a quelli che ama.

Carla Sale Musio

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