IO NON SONO NORMALE: AMO GLI ANIMALI

Per amare gli animali bisogna avere la capacità di comprenderli, cioè di guardare il mondo dal loro punto di vista.

Uscire dalla propria visione per acquisire quella di qualcun altro è un’impresa difficile e tanto più encomiabile quanto l’altro è diverso da noi.

Infatti, per esplorare un punto di vista nuovo è necessario abbandonare i modi abituali di leggere la vita e lasciarsi “possedere” da modalità interpretative completamente differenti.

Questo processo genera un grande arricchimento nella psiche (che impara per immedesimazione ulteriori possibilità di stare al mondo) ma suscita anche disorientamento e confusione (nel momento in cui i nuovi codici affiancano i vecchi).

Le culture degli animali si rivelano soltanto a chi sa mettesi con umiltà al servizio della condivisione e della conoscenza.

Tuttavia, nel nostro mondo antropocentrico questo atteggiamento partecipe e attento suscita risolini di scherno e compatimento.

Il rispetto per le altre forme di vita è demonizzato.

Nella specie umana va di moda il narcisismo.

E chi non mostra i segni dell’arroganza è guardato con sospetto e disprezzato.

Ecco perché tante persone dotate di una grande intelligenza emotiva faticano a tenere il passo e preferiscono la solitudine al contatto con una “civiltà” che inneggia alla violenza dileggiando la sensibilità.

Nel corso del mio lavoro incontro spesso uomini e donne dotati di una grande capacità empatica ma sofferenti a causa della patologia narcisistica che ammala la nostra società.

Queste persone si sentono in difficoltà e si giudicano sbagliate perché non riescono ad agire i comportamenti necessari a integrarsi nella specie umana.

Tuttavia, davanti allo scambio con le altre forme di vita manifestano una competenza ed una capacità ignote alla maggior parte della gente, e sono in grado di creare relazioni sane, costruttive e gratificanti.

Nel tempo ho potuto verificare quanto la presenza di una forte sensibilità impedisca lo strutturarsi del cinismo e dell’arroganza che hanno reso l’uomo il predatore più terribile.

E nel corso dei colloqui mi è apparso evidente come sia proprio questa mancanza il movente che spinge tante persone sensibili a rivolgersi agli psicologi.

Per risolvere la sofferenza psicologica è indispensabile e urgente ridimensionare il narcisismo che dilaga nell’umanità.

E ripristinare le giuste proporzioni del rispetto di sé in chi si sente in deficit perché non riesce a omologarsi a una civiltà che sta distruggendo il pianeta.

L’empatia, l’intelligenza emotiva e la sensibilità sono doti preziose e rare di questi tempi.

E chi le porta tatuate nell’anima deve imparare a riconoscerne il valore in se stesso.

Solo così diventa possibile cambiare il mondo.

La rivoluzione parte dalle scelte di ogni giorno e dall’attenzione che sappiamo dare alla vita.

Uscire dall’antropocentrismo significa ripristinare l’importanza dell’empatia e scoprire i saperi delle altre specie per costruire un mondo nuovo.

A misura di tutti.

E non solo dei prepotenti.

Carla Sale Musio

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