IMPORTA SOLO CIO’ CHE SI PUO’ VEDERE…


Un tempo chi era privo dell’uso della vista era considerato speciale, capace di muoversi con destrezza nelle dimensioni dell’interiorità.

La cecità segnalava la maestria che non si lascia abbagliare dalle apparenze e sa individuare la sostanza delle cose.

Oggigiorno, invece, i ciechi sono compatiti e scarsamente considerati.

Il loro buio permanente è soltanto uno degli handicap gravi e a nessuno importa più delle impalpabili profondità spirituali.

In questo nostro mondo, purtroppo, il senso della vista la fa da padrone e siamo tutti ammaliati dalla inverosimile concretezza di ciò che appare.

Bisogna mostrarsi.

Essere è poco importante.

La società è improntata al raggiungimento dell’esteriorità e anche il linguaggio segnala la superficialità dell’apparire, benché nessuno sembri prestarci molta attenzione.

Tante parole di uso comune denotano l’incoerenza tra ciò che appare e ciò che è vero.

Fateci caso…

Le istruzioni dei farmaci si chiamano: bugiardino.

La persona che deve essere curata si chiama: paziente.

Chi va a comprare è un consumatore.

Sulle scatole dei nostri acquisti occhieggiano immagini bellissime e appariscenti, tuttavia gli ingredienti e il contenuto sono scritti in caratteri talmente piccoli e nascosti che senza 11/10 di vista è impossibile scovarli e decifrarne il significato.

Ma tanto, cosa importa… per vendere bisogna che sia attraente!

Purtroppo però, per chi non vede: nessuna immagine è abbastanza attraente, non importa il colore della pelle e non serve indossare gioielli.

Conta soltanto quello che dici. E quanto sei sincero.

Chi è privo della vista sfugge al consumismo che tiranneggia il mondo e immerso nell’oscurità, apprezza la qualità della vita piuttosto che la sua vacuità.

Questo per il mercato è un danno serio!

Le leggi del commercio non possono accettare una tale indifferenza!

I non vedenti con la loro esistenza scardinano le fondamenta del sistema economico. Sono un pericolo per il consumismo. Una minaccia per la mondanità.

Eppure…

Rinchiusi dentro il buio che permea la realtà, affondano le dita nell’ignoto e tastano l’essenza della verità.

Quando cammini inabissato nel nero, non sei distratto dai tanti ingannevoli segnali luminosi, cogli nel suono della comunicazione il battito cardiaco che la sottende.

Sai.

Anche quello che non si può dire. E non dici.

Ascolti le vibrazioni emotive e impari a liberare il senso dal rumore chiassoso delle apparenze.

Privata dell’ingannevole veste della forma, ogni cosa rivela la sua presenza interiore.

Persone, animali, elementi. Tutto.

La vita è ovunque.

Chi è senza vista avanza dentro un sapere sprovvisto di cartelli, privo di regole. Punta diritto al nucleo delle cose.

Il cuore vede nel buio.

Con gli occhi chiusi s’inoltra nella profondità dello spirito e cammina da solo.

Per questo la cecità fa paura.

Come la morte, incede nell’invisibile e illumina la strada di verità.

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