IL PRIMO PASSO VERSO UN MONDO LIBERO…

La dipendenza non riguarda soltanto il bisogno di consumare sostanze tossiche (droghe legali o illegali: cibo, farmaci, alcol, ecc.), spesso appartiene a un modo di pensare.

E impedisce la libertà.

La dipendenza più diffusa è quell’atteggiamento rassegnato che ci spinge ad incolpare il destino, la sfiga o gli altri… delle nostre difficoltà.

In questo quadro la dipendenza dai genitori è una delle trappole più diffuse e più usate dai poteri forti per sopprimere l’autonomia.

Siamo dipendenti dai genitori molto più spesso di quanto crediamo.

Questa dipendenza non riguarda soltanto i bisogni materiali quanto la necessità di ricevere conferme.

E, nonostante l’età adulta, molte persone chiedono approvazione e stima ai propri genitori.

Anche quando questo comporta la rinuncia alle idee e ai bisogni personali.

Il bisogno di sentirsi apprezzati è naturale e fa parte dello sviluppo di una sana autostima.

È patologica, invece, la rinuncia alla propria verità pur di ottenere consensi.

Sono queste rinunce a segnalare una dipendenza insidiosa e dolorosissima.

In questo caso il bisogno di approvazione spinge a indossare una maschera e a compiere scelte che allontanano dall’autenticità.

Nascono così il conformismo e l’omologazione.

La prima educazione avviene nella famiglia.

E, a volte, proprio tra le mura domestiche impariamo a dipendere dalle conferme degli altri.

La maturità è un percorso di crescita in cui una delle prove più grandi è la capacità di pensare e decidere per sé, senza lasciarsi condizionare dalla maggioranza, dalla famiglia o dagli amici.

Ognuno dovrebbe essere libero di esprimere la propria verità.

In un mondo sano questo atteggiamento andrebbe coltivato sin dall’infanzia.

Nel nostro mondo malato, invece, imperano il bisogno di approvazione e la paura dell’emarginazione.

Mantenere il contatto con la propria autonomia interiore non è facile.

La paura della discriminazione e della solitudine sono diventate armi di ingegneria sociale, strumenti utili a mantenere il vantaggio dei pochi che governano il mondo.

Per fare la rivoluzione il primo passo e cercare dentro di sé le radici che tengono in piedi questo stile di vita pericolosamente malato.

E cominciare a curare la propria libertà dall’interno.

Rompere le catene della dipendenza è un lavoro intimo.

Ma è anche l’unica rivoluzione realmente efficace.

Infatti la dipendenza dai genitori si trasferisce inconsciamente su chi ne incarna l’autorità (stato, politici, leader, esperti…) portando a una sottomissione simile a quella vissuta da bambini.

I piccoli hanno bisogno degli adulti per poter sopravvivere.

Ma una volta diventati adulti la libertà è una scelta.

Coltivare l’autonomia del proprio pensiero è un passaggio di crescita decisivo.

Smettere di incolpare i genitori per giustificare le proprie debolezze è un salto quantico nell’indipendenza.

Il primo passo per costruire un mondo che sia davvero libero.

Carla Sale Musio

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