DITTATURA SANITARIA E VIOLENZA SUGLI ANIMALI

Come psicologa sento il bisogno di pronunciarmi sulla libertà e sulle dinamiche psicologiche che ne ostacolano la realizzazione.

La psicologia è una scienza di cui occorre conoscere il funzionamento per poter agire efficacemente sulla realtà.

E in questo scritto voglio evidenziare i meccanismi interiori che sostengono la prepotenza e la perdita dei diritti umani.

Perdita alla quale stiamo assistendo ormai da più di un anno.

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Non è possibile cambiare il mondo se prima non cambiamo il nostro modo di stare al mondo.

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Un principio di coerenza sostiene le leggi che affermiamo per giustificare noi stessi, trasferendone il potere in tutti i settori della psiche e determinando la realtà in cui viviamo.

L’arroganza riservata a chi è debole e ingenuo si riflette nell’autorità che noi stessi attribuiamo al più forte o al più furbo.

E quanti inconsciamente coltivano la legge mors tua vita mea si ritrovano, prima o poi, a fare i conti con quello stesso principio.

Stiamo vivendo momenti difficili e guardandoci intorno possiamo tristemente verificare cosa succede quando sono gli esseri umani a trovarsi in una posizione di fragilità e quando chi è al potere usa con noi le stesse leggi applicate per sottomettere le altre specie.

La prepotenza funziona bene con chi è docile, manipolabile e privo di malizia.

E la nostra specie non sfugge a questa regola.

Come si è detto, l’inconscio trasferisce automaticamente le scelte e i valori in tutti i settori della vita.

Perciò, se credo nella coercizione come metodo educativo sarò pronto a usarla ma anche a subirla, a seconda della posizione in cui mi trovo.

Questo principio spinge chi ha imposto la sopraffazione ad aspettarsi lo stesso trattamento.

E spiega come mai tante persone vivano oggi nella paura.

Che sia l’angoscia per un virus ritenuto incurabile, per le multe, per la gogna sociale, per il discredito o per la mancanza di lavoro, non fa differenza.

Uno stato autoritario ci costringe dentro una gabbia di restrizioni che violano la costituzione e i diritti umani utilizzando la paura, proprio come succede nei macelli, negli allevamenti intensivi, nella sperimentazione e in tutte quelle attività che considerano gli animali come oggetti utili a soddisfare i nostri desideri.

Da sempre le creature semplici sono state considerate uno strumento al servizio del più forte.

E, nello stesso modo, per la piccola élite che governa il mondo le masse dei consumatori sono uno strumento utile per raggiungere i propri obiettivi.

Obiettivi che non ci vengono spiegati perché dal punto di vista del più forte non è necessario dare spiegazioni a chi è più debole.

Agli animali non deve interessare se la ragione della loro morte è una festa, una scommessa, un gioco, una commemorazione o qualcos’altro.

Gli si toglie la vita.

Punto e basta.

Senza bisogno di commenti.

Il coprifuoco, la sperimentazione della terapia genica su cavie umane, la chiusura delle attività commerciali, il lockdown, il passaporto vaccinale, la vigile attesa al posto delle cure domiciliari… sono strumenti necessari al potere di quei pochi a cui abbiamo permesso di governare il mondo.

E poco importa se non ne capiamo la logica e le funzioni.

Bisogna ubbidire.

Punto e basta.

Esiste una responsabilità personale negli scenari che oggi abbiamo davanti agli occhi.

L’inconscio trasferisce nella quotidianità le regole che noi stessi abbiamo stabilito.

Quando decretiamo la liceità dell’uccisione accettiamo l’egemonia della violenza e della forza.

E in virtù del principio di coerenza attiviamo la sua legge nel mondo interiore.

Grazie a questo meccanismo psicologico le imposizioni di chi comanda possono essere accettate passivamente dalla maggior parte delle persone.

La stessa legge che stabilisce l’ineluttabilità della violenza, infatti, afferma che è il più forte decretare cosa sia giusto o sbagliato.

Sostenere il paradigma mors tua vita mea porta a creare un mondo carico di violenza, perché la prepotenza si trasforma nella psiche in un principio incontestabile a cui inconsciamente ci sottomettiamo.

Cambiare questo stile di vita significa modificare i parametri interiori che danno forma al mondo di ciascuno, sostituendo la sopraffazione con la fratellanza.

Senza distinzione di specie.

La prepotenza e il cinismo sono aspetti patologici del narcisismo e vanno curati.

Dapprima dentro di sé e poi nella società.

Se vogliamo mettere fine alla dittatura dobbiamo eliminarla dal nostro spazio interiore e aprirci a una solidarietà capace di includere tutte le creature.

Esiste una coerenza che agisce nella psiche e inconsciamente si riflette nella vita.

Smettere di uccidere per vivere è il primo passo per affermare la libertà.

Carla Sale Musio

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