MAGIA E TRASFORMAZIONE INTERIORE: la via del mago

Nel tentativo di migliorarci finiamo per nascondere tutto ciò che non ci piace, dimenticandolo in un angolo dell’inconscio.

Così facendo, però, concentriamo l’attenzione su quello che vogliamo ottenere perdendo di vista l’essenza del cambiamento.

Cambiare, infatti, riguarda i vissuti che si agitano dentro di noi e non il raggiungimento di qualcosa posto all’esterno.

Perciò, se vogliamo essere più buoni è importante evolvere le nostre parti cattive, anziché sforzarci di somigliare a un ideale di bontà.

La bontà è la conseguenza di un ascolto interiore fatto di accettazione e comprensione per se stessi.

E non un obiettivo da raggiungere con l’emulazione.

Ricalcare un modello di perfezione ci costringe a indossare costantemente una maschera, condannandoci a una cronica mancanza di amore.

Quando indossiamo una maschera infatti, a essere amato è soltanto il travestimento.

Eppure…

La nostra verità ci fa paura.

E troppo spesso preferiamo ignorarla, creando tante sofferenze in noi stessi e nel mondo.

Quello che sfuggiamo dentro di noi, infatti, si fa manifesta fuori di noi portandoci a combatterlo negli altri per differenziarcene.

Nascono così tante discriminazioni e tante guerre.

Il desiderio di raggiungere una perfezione impossibile induce la psiche a nascondere nell’inconscio le parti considerate negative, proiettandole su chi all’esterno ne impersona la verità.

Questo meccanismo di difesa nasconde abilmente le radici del male, portandoci ad allevare un nemico interno di cui non riconosciamo più l’esistenza.

E genera tanto dolore nel mondo (interiore ed esteriore).

Le parti rinegate, infatti, tirano i fili delle nostre emozioni, producendo quel senso di rabbiosa impotenza che accompagna tante battaglie.

Per uscire da questa trappola è necessario aprirsi con onestà alle realtà interiori (fatte della totalità di bene e male insieme).

Per migliorarsi è necessario accettare l’imperfezione senza sforzarsi di cambiarla… fino ad evolverla.

È un paradosso.

Lo so.

Ma l’amore vive di paradossi.

E la psiche usa spesso i codici dell’amore.

Amare se stessi vuol dire riconoscere dentro di sé anche ciò che non amiamo e accoglierne la verità senza nasconderla.

Questo non significa agirla ma comprenderla e ascoltarne le ragioni come farebbe una mamma con il proprio bambino.

Solo così l’evoluzione diventa possibile.

Non quando ci sforziamo disperatamente di cambiare ma quando accogliamo la realtà interiore e accettiamo i nostri limiti.

La verità porta con sé il cambiamento.

Ma questo succede solo quando l’obiettivo è la conoscenza intima.

E non la trasformazione.

La trasformazione, infatti, è una conseguenza della conoscenza.

Non il fine.

Il mago è colui che si apre al potere dell’invisibile (il mondo interno) con umiltà, incontrando i propri limiti senza nasconderli e senza volerli cambiare… fino ad evolverli.

Questa è l’unica vera magia.

Il passo che conduce a compiere i miracoli.

Carla Sale Musio

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