CHI AMA GLI ANIMALI SA CHE… il corpo è un’antenna!

Nella nostra cultura malata di arroganza il corpo è trattato alla stessa stregua degli animali.

Lo utilizziamo quando serve, lo sfruttiamo per raggiungere i nostri obiettivi, lo disprezziamo quando non esegue a puntino ciò che vogliamo e ne ignoriamo le esigenze, quasi fosse una macchina e non una creatura vivente.

L’ottusa incomprensione nutrita nei confronti delle altre specie si riflette nella relazione con quella parte di noi che è maggiormente legata all’istintualità.

Abbiano demonizzato l’animalità giudicandola il simbolo di una cronica mancanza d’intelligenza e questo si ritorce contro noi stessi.

Infatti anche noi, come gli animali, siamo parte della natura e, per vivere in salute, dobbiamo rispettarne i dettami e le esigenze.

Le altre specie lo sanno e intrattengono un rapporto intimo e profondo con la fisicità.

Nelle culture degli animali il corpo è lo strumento più importante per decodificare la realtà e costruire relazioni efficaci.

Nella società umana, invece, il corpo è qualcosa da domare, nascondere o esibire… a seconda delle circostanze.

Perciò:

  • lo nutriamo (fino a farlo morire di obesità) seguendo i dettami di una gastronomia attenta alle esigenze commerciali anche a discapito della salute e della vita;

  • lo costringiamo a lunghi periodi innaturali di immobilità e monotonia;

  • lo riempiamo di farmaci in grado di muoverlo o sedarlo, assecondando i ritmi del guadagno e dello sfruttamento invece che quelli della natura;

  • lo addobbiamo per apparire adeguati alle diverse prescrizioni sociali e, per la stessa ragione, lo nascondiamo;

  • poi ci lamentiamo (come fossimo vittime di un destino crudele) quando (con i suoi dolori e le sue malattie) ci ricorda che per mantenersi in salute ha bisogno di vivere a contatto con la natura, nutrendosi di alimenti freschi, dormendo a sufficienza e integrandosi armoniosamente nell’ecosistema.

In questo modo lo distruggiamo privandoci delle sue risorse e dei suoi doni.

Per le specie diverse dalla nostra il corpo è un’antenna sintonizzata sui ritmi della vita.

Luce e buio, caldo e freddo, estate e inverno… attivano segnali importanti e precisi.

Ogni comunicazione passa per il corpo.

La fisicità è un linguaggio che trascende la materialità e collega l’intuizione alla creazione permettendo l’evolversi della conoscenza anche a prescindere dalla razionalità.

Paranormalità, sensitività e istintualità sono strumenti importanti al servizio della natura.

E proprio l’ascolto e il rispetto per la natura generano la capacità di sentire quando è il momento di fare o non fare le cose.

Gli animali sentono quando è il momento di:

  • migrare,

  • fare il nido,

  • accoppiarsi,

  • andare in letargo,

  • nascondersi,

  • giocare,

  • riposarsi…

L’ascolto del corpo li mette in sintonia con i bioritmi naturali responsabili del benessere e della salute.

Per questo ignorano le tante patologie conseguenti al nostro stile di vita e all’ottundimento del mondo interiore.

Le persone che amano gli animali mantengono vivi dentro di sé questi codici profondi, riconoscendo le verità ancestrali indispensabili alla sopravvivenza e nella relazione con le altre creature.

Si tratta di informazioni necessarie alla vita ma ignorate da chi ha amputato la propria sensibilità in favore dell’omologazione alla nostra evoluta “civiltà”.

Paranormalità, sensitività e istintualità raccontano un sapere importante a chi si apre ai valori della vita.

Tuttavia, proprio questa conoscenza può rendere confusi davanti ai messaggi schizofrenogeni che caratterizzano le relazioni umane.

Il linguaggio del corpo come quello della natura possiede un’autenticità priva di ambiguità e fraintendimenti.

Lo sanno bene gli animali e tutti quelli che li amano.

Per queste persone è impossibile essere ciniche, indifferenti, ipocrite, arriviste, competitive e patologicamente narcisiste.

Chi ama gli animali coltiva la spontaneità, la sensibilità, l’autenticità e l’umiltà che appartengono alla natura e preferisce affrontare molte difficoltà nel mondo “umano” pur di non perdere il contatto con il significato profondo della vita.

Carla Sale Musio

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