MODI DIVERSI DI AMARE GLI ANIMALI: identificazione vs comprensione

L’amore per gli animali ha tante sfumature diverse.

C’è chi combatte strenuamente per tutelare i loro diritti; chi si adopera per salvarli dai macelli, dalla vivisezione e dalle tante torture che l’umanità infligge loro; chi stabilisce relazioni intime e profonde col proprio cane o il proprio gatto; chi sceglie di non consumare prodotti di origine animale… ognuno modula l’amore ascoltando la propria coscienza e seguendo il proprio cuore.

Ma all’interno di queste varianti emergono due importanti modalità affettive legate alla presenza o all’essenza dell’empatia:

  • l’amore basato sulla comprensione e sul rispetto

  • l’amore basato sull’identificazione e sulla proiezione

L’amore vero scaturisce dall’empatia, cioè dalla capacità di calarsi nei panni di un’altra creatura e di guardare il mondo dalla sua prospettiva.

Anche quando personalmente non se ne condividono le scelte.

Tuttavia, la parola AMORE è usata in modi diversi, non sempre idonei a definire un bene disinteressato e profondo.

Spesso l’affetto veicola la proiezione di bisogni individuali su chi è fatto oggetto di tenerezza.

In questi casi più che di empatia si parla di simpatia e il voler bene esprime la necessità (egocentrica) di manifestare le proprie sensazioni proiettandole su un altro.

AMARE vuol dire comprendere il mondo e le necessità delle creature con cui ci rapportiamo, anche quando queste si discostano dalle nostre.

Quando si tratta di amare gli animali è indispensabile valutare attentamente le situazioni, rispettandone le esigenze e facendo in modo di non creare sofferenza.

L’ amore fondato sull’ascolto e sulla comprensione della diversità è molto diverso dall’identificazione.

Identificarsi negli animali nasconde un modo egocentrico di voler bene, basato sul bisogno di proiettare i nostri bisogni per dare all’altro quello che ci piacerebbe ricevere.

Al contrario dell’identificazione, l’amore per gli animali si basa sulla capacità di abbandonare totalmente il proprio punto di vista per acquisire temporaneamente quello di un essere differente da noi, e presuppone una grande empatia.

Chi ama gli animali non li alleva per il proprio tornaconto, non li mangia, non li usa, non li uccide per divertimento e non li sfrutta.

Osserva il loro modo di vivere senza distruggere l’ambiente naturale in cui si trovano.

Non ne forza l’accoppiamento per fini personali o commerciali.

Non costruisce delfinari, zoo o circhi.

Non pretende di domarli e di cavalcarli.

Non ruba i loro piccoli.

Non ne indossa la pelle.

E non li vende.

Chi invece proietta i propri bisogni si rapporta loro come fossero un po’ bambini: creature deboli, ingenue, bisognose di educazione, istruzione e guida.

Li sgrida, li punisce o li premia utilizzando parametri umani, inadatti a chi appartiene a una specie diversa.

Li traveste, li imbroglia, li rinchiude e li umanizza… a discapito delle loro esigenze naturali.

Tenere animali in gabbia, legati a una catena, sellati e domati, usarli per soddisfare necessita umane non è amare gli animali ma sfruttare gli animali per appagare bisogni personali.

Amare gli animali è un modo di essere e di rispettare la vita in tutte le sue espressioni, senza pretendere di modellare ogni cosa a immagine e somiglianza di sé.

Carla Sale Musio

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