COS’È LA MAGIA: perché esistono maghi e babbani

Chiamiamo magia un modo di interpretare la realtà che non utilizza il ragionamento logico ma si affida totalmente alla percezione interiore.

La dimensione intima, emotiva e intuitiva, accompagna costantemente la nostra comprensione della realtà.

E questo succede a prescindere dalle intenzioni.

Il mondo magico è una costante della vita, fa parte delle competenze dell’emisfero destro del cervello e permette di accedere alle conoscenze senza bisogno di utilizzare la sequenza temporale o la legge di causa ed effetto.

In passato queste forme di comprensione erano tenute in grande considerazione e affiancavano la razionalità (che appartiene all’emisfero sinistro del cervello) creando uno scambio profondo e variegato con la realtà e una relazione con la vita fatta di materialità e invisibilità, simboli, fascino e prevedibilità… tutto insieme.

Ai nostri giorni, invece, la magia è screditata e derisa, ciò che conta sono le leggi dell’economia e tutto quello che non è funzionale al guadagno dei pochi che governano il mondo è bollato con lo stigma dell’ingenuità o, peggio, incarcerato sotto una coltre di diagnosi psichiatriche, psicofarmaci o emarginazione.

La civiltà ci chiede di essere PRODUTTIVI, non c’è posto per la magia!

E chi si incanta ad ammirare cose che non sono monetizzabili corre il rischio di ritrovarsi escluso, discriminato e solo.

Eppure…

Nonostante queste rigide prescrizioni sociali alcune persone non riescono a ignorare una conoscenza intima e potente della realtà e, a dispetto di tutto, mantengono un contatto profondo con la magia.

Sono persone che pagano il prezzo di una grande sofferenza durante l’infanzia.

Gente che non riesce ad amputarsi il cuore.

Uomini e donne capaci di ascoltare le voci del proprio universo interiore.

È così che il mondo si è diviso in maghi e babbani.

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Ma chi sono i babbani?

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Seguendo la terminologia usata da J.K. Rowling nella saga di Harry Potter, i babbani sono persone “senza neanche una goccia di sangue di mago nelle vene”  (Harry Potter e la camera dei segreti, Milano, Salani, 1999) e perciò incapaci di considerare la magia.

Esseri umani che hanno sviluppato una percezione della realtà basata esclusivamente sui sensi fisici.

Creature per le quali la materialità è tutto, convinte che la dimensione intuitiva, sensitiva ed emotiva riguardi fantasie inutili e fuorvianti.

Individui con un emisfero sinistro del cervello (quello analitico, lineare, logico matematico, razionale, consequenziale e oggettivo) totalmente dominante rispetto al destro e perciò poco attenti alle funzioni di quest’ultimo (ascolto dei sentimenti, intuizione, capacità di sintesi, atemporalità, facile accesso all’inconscio, attenzione alle relazioni, intuizione sensitività, creatività ed empatia).

I babbani non hanno tempo da perdere con la magia, sono tesi a raggiungere il successo economico e giudicano inesistente tutto ciò che non si vede.

Per questo deridono i maghi e li emarginano con l’etichetta dell’ingenuità o della patologia.

Ma nonostante tutte le loro convinzioni, quando si avvicinano gli avvenimenti importanti della vita (nascita, amore, morte, solitudine, malattia…) i babbani si sentono smarriti e soli.

Il successo economico non basta per affrontare le difficoltà del mondo intimo e in quei momenti, segretamente, si rivolgono ai maghi.

Gli stessi maghi che normalmente deridono.

Chi ha il potere della magia sa affrontare la dimensione emotiva, conosce l’incanto dell’immaterialità e accetta con umiltà la propria inesperienza davanti all’esistenza.

Come ci insegna la saga di Harry Potter, i maghi devono fronteggiare la più grande delle paure: l’orrore della magia nera e l’angoscia del male.

Solo chi esce vittorioso da quel confronto può conquistare l’integrità e assaporare pienamente l’amore per la vita.

La magia è la capacità intima, misteriosa e potente di trasformare le difficoltà in risorse e di affidarsi a un principio più grande che governa ogni cosa.

I maghi sanno che la mente da sola non può contenere il mistero della vita.

Accettano l’inconoscibile con umiltà.

E affrontano il mondo interiore a dispetto della paura.

Da quel confronto prende vita la magia.

Vivere… è scoprire propria infinita relatività.

Nascita, amore e morte rivelano l’abisso.

Sono la strada che porta a incontrare un nuovo se stesso in tutto ciò che esiste. 

Carla Sale Musio

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