IL SILENZIO

Parlavano troppo, tutti.

Spesso urlavano: al lavoro, per strada, nelle riunioni di condominio.

Qualunque cosa avessero da dire, la affermavano con forza o con arroganza.

Pochi ascoltavano: l’importante ormai era parlare sempre, sostenere con vigore argomenti senza neanche spiegarli.

Lei invece aveva sempre usato un tono lieve, educato, leggero.

Facile scambiarlo per debolezza, difficile per lei imporsi all’attenzione.

Si stancò infine di non essere ascoltata e decise di tacere quasi sempre.

Ancora di più scelse il silenzio quando, per raggiunti limiti di età, finì gli impegni lavorativi.

***

Tempo prima, il suo uomo apprezzava quella dolcezza, la trovava attraente.

Gli sembrava di dover proteggere la sua donna, così mite e modesta.

Ma lei temeva che quella felicità non potesse durare.

E infatti capì ancora una volta come le cose del mondo siano effimere, come anche i sentimenti scorrano via.

Da qualche tempo, infatti, l’uomo con cui pensava di dividere la vita era cambiato.

E quella sera ammutolì nel sentire la voce triste di lui che diceva: “Mi dispiace, davvero, ma non ti amo più”.

Poco dopo lei scoprì che si era innamorato di un’altra, arrogante e decisa.

“È l’amore che fa soffrire” si disse allora la donna. “Non la sua mancanza”.

E chiuse il cuore.

***

Poi, normalità tranquilla a casa sua, scorrere lento del tempo, silenzi.

***

Nelle serate placide, quando c’era la luna, la donna la guardava con interesse, con ammirazione.

Poi, inaspettatamente, cominciò a parlarle, prima sussurrando, poi a voce piena: e le sembrava che quella ascoltasse e la sostenesse, comprendendo quanto lei diceva.

Quando ogni mese spariva lentamente per nascondersi nel buio, la luna sembrava chiedere di aspettarla: sarebbe tornata ad ascoltare.

***

Nonostante il procedere sereno della sua vita, da qualche tempo percepiva in casa fruscii, spostamenti di tende, piccoli colpi imprevisti.

Poi, preceduti da quegli eventi e con suo grandissimo stupore, cominciarono a comparire gli animali che lei aveva amato nel corso della vita: gatti randagi raccolti e curati, cani, i canarini che suo padre allevava e che prendevano con il becco i semi che lei gli offriva, pesci rossi, alcuni conigli, un leprotto.

Aveva sofferto il lutto per ognuno di loro quando andavano via, quasi irriconoscibili nella fissità dei corpi.

***

Adesso invece, dapprima esitanti, sbucavano da sotto un mobile o da dietro una tenda o comparivano all’interno di un armadio che lei apriva.

Erano belli e forti, come nel tempo migliore della loro vita.

Non stavano mai troppo per timore di disturbarla, ma le facevano compagnia, sembravano proteggerla.

E le coloravano la vita.

***

Cominciò a parlargli e quelli stettero ad ascoltare, come faceva la luna.

***

Con il tempo, e con sua emozione ancora più grande, comparvero le persone che aveva amato e perduto.

Tra loro, per ultimi, i genitori: il padre che la guardava con tenerezza, la madre con espressione mite e sorridente.

A lei chiese di riaccoglierla nel ventre ed essere carne della stessa carne, sangue dello stesso sangue.  

Ma loro parevano suggerirle di aspettare, con l’indulgenza di chi ha capito i misteri del mondo.

***

E infine una notte, qualche tempo dopo, vide che la luna piena si avvicinava lentamente, diventava più luminosa.

Era così poco distante che, allungando un braccio, poteva toccarla.

Ma quando addirittura la luna entrò nella stanza, oltrepassando la finestra aperta, lei fu colpita dalla luce più forte che avesse mai visto, così splendente e assoluta che dovette chiudere gli occhi.

E fu come se dormisse.

***

Lo splendore del sole entrava a fiotti dalla finestra aperta.

Fu quello a svegliarla, nel mattino inoltrato, oltre al miagolio potente di un gatto piccolo.

Il suono veniva dal basso, dalla strada o da un cortile vicino.

Si riscosse in fretta: il ricordo straordinario della luna nella sua stanza la sconvolgeva.

Non sapeva cosa pensare: aveva solo sognato? 

Erano stati sogni i suoi genitori, gli animali amati, lo splendore della luna, così vicina da toccarla?

***

Non seppe rispondere: si vestì in fretta e scese a cercare il gatto che si lamentava.

Lo scovò rintanato sotto una panchina, vicino al portone di casa.

Minuscolo e spaventato cercava di scappare, ma la voce di lei, morbida e dolce, riuscì a fermarlo, sussurrandogli tenerezze.

Gloria Lai

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Opera tutelata da Patamu.com, n°112599 del 7/10/2019.

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