“AIUTAMI A CAMBIARE… SENZA CAMBIARE NULLA!”

 “Voglio cambiare!”

“Voglio essere diverso!”

“Voglio trasformare le mie giornate!”

“Voglio un mondo nuovo!”

Tante persone desiderano dare una svolta alla propria vita e impegnarsi in qualcosa di coinvolgente, appassionante e migliore.

Può trattarsi di un’opportunità professionale, di un progetto sentimentale, di un percorso di conoscenza di sé, di un miglioramento nelle abitudini quotidiane, di uno stile di vita più salutare…

Gli obiettivi sono infiniti.

Ma SEMPRE ciò che fa naufragare i buoni propositi è la paura delle innovazioni indispensabili per realizzarli.

Durante le sedute di psicoterapia il miglioramento è la richiesta più gettonata.

Ognuno di noi vorrebbe superare le paure, liberarsi dall’ansia, uscire dalla depressione, risolvere gli attacchi di panico, sentirsi più sicuro, potenziare l’autostima…

Tuttavia, solo pochi sono disposti a modificare le proprie abitudini per avventurarsi lungo strade che ancora non conoscono.

Ogni trasformazione è un tuffo nell’ignoto.

Anche quando abbiamo pianificato le cose con la massima cura.

Nonostante la razionalità ci spinga a prevedere gli inconvenienti, nel momento in cui ci mettiamo in marcia non possiamo evitare gli imprevisti che costellano le novità.

La psiche è creativa, mutevole e cangiante.

Non si può programmarla come un software.

Per ottenere i risultati desiderati è necessario mettersi in gioco personalmente, affrontando un coinvolgimento fatto di sensazioni, sentimenti e atteggiamenti diversi e spesso inaspettati.

L’imprevedibilità fa paura.

Viviamo immersi nel ritmo rassicurante delle abitudini e ogni deviazione dal conosciuto ci mette in subbuglio, scatenando uno stato di allerta difficile da sopportare.

Per questo, spesso, scegliamo di mantenere vivo uno stile di vita poco gratificante o doloroso pur di non essere costretti a gestire le trasformazioni necessarie al benessere.

In una ricerca del 1997, gli scienziati Williams, Chambless e Ahrens,  del Dipartimento di Psicologia dell’American University di Washington, hanno dimostrato che le persone sono spaventate dall’emergere di emozioni sconosciute e che, nel timore di perdere il controllo e di non saperle gestire, preferiscono evitare le situazioni nuove, anche se positive.

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“Aiutami a cambiare senza cambiare nulla.”

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È la richiesta impossibile che tanti uomini e donne rivolgono agli specialisti della psiche, spinti dal desiderio di stare bene e paralizzati dalla paura delle novità.

Vorrebbero vivere una vita appagante, eppure… sembra che il destino si accanisca contro di loro riproponendo le stesse situazioni perdenti e cariche di sofferenza.

C’è un piacere negativo nell’assaporare il gusto amaro della delusione.

E c’è un’assuefazione che incatena le persone all’adrenalina prodotta dall’organismo nei momenti difficili.

Nel nostro stile di vita, teso al raggiungimento di beni materiali, non c’è posto per la felicità.

Impariamo a sopportare la sofferenza, a rimandare i momenti intimi, a fare a meno della vitalità, a rinunciare al benessere… e davanti alla gioia ci sentiamo in difficoltà, imbarazzati e colpevoli quasi che stare bene fosse il segno di una pericolosa diversità.

La nostra psiche non è abituata ad accogliere l’appagamento e la soddisfazione.

Tuttavia, per vivere una vita gratificante è indispensabile tollerare la propria inesperienza emotiva e imparare a gestire il disagio che accompagna sempre le sensazioni sconosciute.

Solo così potremo camminare verso il cambiamento e realizzare i nostri obiettivi.

Vogliamo vivere in un mondo in cui la libertà, l’amore, la condivisione e la comprensione siano valori primari.

Ma, nel momento in cui ci avviciniamo al benessere, la paura dell’ignoto manda in tilt il sistema emotivo, scatenando la tempesta nella psiche e attivando un pericoloso sistema salvavita pronto a ripristinare gli equilibri di sempre pur di non turbare l’omeostasi consolidata.

Anche quando significa continuare a stare male.

È questo il motivo per cui molte vincite milionarie finiscono con l’essere dilapidate rapidamente.

È per questo che perpetuiamo scelte tossiche e nocive, boicottando noi stessi quando la fortuna bussa alla porta.

Non siamo capaci di accettare lo tsunami interiore che accompagna le novità.

Per realizzare i progetti e costruire una vita migliore è indispensabile abituarsi alla felicità, preparando le trasformazioni a piccoli passi e dando tempo al mondo interiore di digerire le emozioni nuove.

Proprio come, dopo un lungo periodo di astinenza dal cibo, lo stomaco riprende le sue funzionalità piano piano e ha bisogno di tempo per adattarsi ai sapori forti e alle pietanze elaborate.

Allo stesso modo, dopo un lungo digiuno dal piacere e dall’appagamento, la psiche ha bisogno di tempo per digerire i vissuti nuovi e gratificanti.

E questi non devono essere troppo forti, altrimenti l’inconscio li rifiuta come alimenti eccessivamente pesanti.

Anche quando il desiderio è così grande che ci sentiamo disposti a sacrificare immediatamente i nostri bisogni di stabilità.

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“Aiutami a cambiare un passo alla volta.”

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Dovrebbe essere questa la richiesta rivolta a chi si occupa delle trasformazioni interiori.

E a noi stessi.

Perché un passo dopo l’altro impariamo a camminare e ci abituiamo alle novità.

Una società migliore prende forma nella vita intima di ciascuno, nasce dalla responsabilità delle proprie scelte e dal coraggio di affrontare le trasformazioni necessarie a conquistare il benessere e la prosperità.

Dapprima dentro di sé e poi là fuori.

Nel mondo.

Carla Sale Musio

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