io non sono normale: CREDO ALLE FIABE!

L’otto agosto dell’anno scorso la mia piccola Nina ha abbandonato il suo corpicino fisico e si è trasferita nelle dimensioni immateriali, lasciando nella mia vita un enorme vuoto di solitudine e dolore.

Era stata la mia insostituibile compagna di avventure per diciotto anni.

Insieme abbiamo riso, pianto, giocato, corso, dormito, mangiato, gridato, abbaiato, saltato, scodinzolato, ballato, nuotato… fino a quando la sua pellicciotta nera è diventata troppo vecchia per trotterellare ancora nella vita a fianco a me e, a malincuore, ho dovuto accompagnarla alla soglia dell’esistenza incorporea.

Dopo tanti anni trascorsi insieme, fianco a fianco, non ho potuto fare altro che lasciarla andare via.

Il tempo da condividere, purtroppo, l’avevamo ormai consumato tutto.

Fino all’ultima briciola.

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NINA

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Nina era un meticcio piccolo e nero di origini indefinibili, bassa e un po’ tarchiata, proprio come se ne vedono tanti in giro, soprattutto nei canili.

Non era bella, ma possedeva un eccezionale talento nell’addestrare gli esseri umani!

Sono certa che avesse una laurea in Scienza della Relazioni tra il Cane e l’Uomo perché sapeva sempre come comportarsi con quelli della nostra razza ed era talmente preparata che, nonostante il suo aspetto anonimo, in breve tempo riusciva a conquistarsi le simpatie e la benevolenza di chiunque.

Il suo carattere ironico, testardo e intraprendente, mi aveva affascinato sin dal primo momento.

Perciò, quando il suo tempo qui con me, purtroppo, è finito, ho dovuto fare i conti con una profonda solitudine.

In quei momenti di tristezza non mi sono serviti a nulla i miei studi e le mie convinzioni sull’aldilà.

Nina non c’era più.

E io stavo malissimo.

Punto e basta.

Non so spiegarmi bene che cosa sia successo in quel periodo di sofferenza e di nostalgia, ancora oggi ho i ricordi confusi… ma l’amore non finisce con la morte (meno che mai quello di un cane) e Nina non poteva certo lasciarmi affondare in quelle sabbie mobili di dolore.

Così, poco tempo dopo il suo trapasso, mi ha fatto arrivare un messaggio… in un modo talmente imprevedibile e speciale che certamente sotto doveva esserci il suo zampino!

Un giorno come tanti, mentre piangevo in silenzio la sua mancanza cercando di non appesantire gli altri con le mie lacrime… mi sono ritrovata a leggere una fiaba.

Scritta da Gloria.

Che parlava di Nina!

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GLORIA

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Di Gloria sapevo tante cose: che ha fatto l’archeologa e oggi fa l’insegnante, che ama gli animali, che è fantasiosa, simpatica, sensibile e creativa… 

Ma, per merito di Nina, ho scoperto che Gloria possiede un talento che allora ancora non conoscevo: sa dare voce al cuore, trovando le parole per raccontare quello che l’Anima conosce e la mente non ha il coraggio di guardare. 

Ed è stato proprio grazie a Gloria (con lo zampino di Nina), che ho imparato a curarmi con le fiabe!

In quel momento, infatti, La fiaba di Nina è stata l’unica terapia capace di lenire la mia sofferenza!!!

Proprio come i sogni, le fiabe si svolgono in uno spazio e in un tempo interiore, permettendo al pensiero di oltrepassare i limiti della fisicità e aiutandoci a ritrovare la sapienza delle dimensioni immateriali.

Scoprire le fiabe di Gloria è stato il dono della mia piccola amica a quattro zampe, che dalle dimensioni invisibili continua ancora ad addestrarmi e a insegnarmi a parlare il linguaggio del cuore.

Se non ci fosse stato il suo zampino, forse avrei continuato a credere che le fiabe fossero soltanto un modo per intrattenere i bambini e non avrei capito quanto, invece, rivelino i misteri nascosti nelle esperienze della vita.

Segreti ben noti agli animali ma, purtroppo, oggi dimenticati dall’umanità.

Per fortuna, la mia personal trainer dell’amore, continua ad educarmi anche dall’aldilà e, grazie a una serie di sincronicità, mi ha portato a scoperchiare un mondo straordinario, fatto di conoscenza, sapienza, poesia e verità.

Così, per merito di Nina, ho incontrato Gloria e per merito di Gloria ho scoperto il potere terapeutico e curativo delle fiabe.

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io non sono normale: CREDO ALLE FIABE

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io non sono normale: CREDO ALLE FIABE è una nuova rubrica interamente dedicata alle fiabe e curata da Gloria Lai, archeologa, insegnante, animalista, artista e appassionata narratrice di fiabe.

Nei prossimi post, Gloria ci trasporterà nelle profondità del mondo interiore, permettendoci di ritrovare il linguaggio semplice e antico che schiude le porte dell’infinito. 

Oggi, per onorare la memoria di Nina, voglio condividere con voi la sua fiaba.

L’unico balsamo capace di mitigare la mia nostalgia.

Carla Sale Musio 

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La fiaba di Nina

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Attraversò intimidita la grande porta.

Si guardò intorno: esseri luminosi le si accostarono.

Le parve che la accogliessero.

Avanzò lentamente e in fondo alla grande sala scorse una figura maestosa, che le sembrò di ricordare.

Le si fece vicina e si fermò esitante.

Chi le stava davanti era Lui, il grande Signore del Tempo.

La guardò e mentre le sorrideva, disse:

“Eccoti, Nina, sei tornata a noi. Hai condotto una lunga vita, sei stata amata e molto hai amato. Nell’esistenza appena trascorsa, hai avuto in sorte un corpo di cane, ma per la gioia e l’affetto che hai donato, io ti concedo adesso di scegliere la tua prossima realtà”.

Nina, che aveva riconosciuto in quel volto e in quella voce colui al quale, sempre in forme diverse, ritornava, disse:

“Signore, fammi essere vento. Fammi soffiare potente tra i rami e sul mare eterno, muovere piano le erbe e rubare profumi ai narcisi. E poi, fammi asciugare il pianto dei vecchi e alitare negli occhi e sul viso di lei, che è stata la mia padrona.

Quando il mio soffio le sarà vicino, pronuncerò un saluto e lei, sorridente, si volterà a cercarmi”.

Il Signore del Tempo, che aveva ascoltato, magnanimo la guardò e accondiscese alla sua richiesta.

Poi le andò accanto e l’accarezzò dolcemente…

 

Gloria Lai

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