INTUIZIONE, TEMPO E CREATIVITÀ

INTUIZIONE, TEMPO E CREATIVITÀ

Nel nostro modo di intendere la realtà, il passare del tempo è un dato di fatto indiscutibile.

L’organizzazione quotidiana prevede un tempo per dormire, un tempo per lavorare, uno per divertirsi, uno per fare l’amore…

Lo scorrere dei minuti scandisce il ritmo delle nostre giornate e, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto, sollecita i bisogni indirizzandoli in una direzione prestabilita e prevedibile.

Ci viene fame sempre alla stessa ora e ci viene sonno sempre alla stessa ora, siamo più produttivi nei momenti in cui di solito lavoriamo e più rilassati nei momenti in cui di solito ci riposiamo.

Per abitudine, comodità e convenzione finiamo per fare le stesse cose nei medesimi orari.

Anche il linguaggio riflette il nostro modo di frammentare la realtà in capitoli temporali definiti da attività consuete e ripetitive.

Si dice:

“Sentiamoci all’ora di pranzo…”

Oppure:

“Vediamoci dopo cena…”

Per indicare un momento che cade per tutti nella medesima fascia oraria.

Non ci fermiamo mai a considerare che il tempo è la percezione dei nostri stati d’animo durante gli avvenimenti.

Da un punto di vista psicologico il tempo è dato dall’intensità di ciò che proviamo.

Così, mentre le lancette dell’orologio compiono un giro completo intorno al quadrante e la mente razionale sa che è trascorsa un’ora, il tempo può durare un istante oppure un’eternità.

Dipende dal modo in cui è stato vissuto.

In compagnia di una persona amata il tempo vola.

Durante un’operazione dolorosa il tempo non passa mai.

Quando si ha fretta, anche un istante diventa lunghissimo.

Dormendo… il tempo sparisce.

La percezione soggettiva dello scorrere del tempo corrisponde al funzionamento dell’emisfero destro del cervello e alla sua immediata ed eterna acquisizione della realtà.

Nell’emisfero destro, infatti, il tempo non scorre ma tutto esiste contemporaneamente.

È un altro modo di intendere la realtà.

Un modo molto diverso da quello dell’emisfero sinistro che invece poggia le sue valutazioni su un prima e un dopo e costruisce gli eventi utilizzando la sequenza.

Nell’emisfero sinistro il tempo procede dal passato verso il futuro attraversando il presente.

Mentre l’emisfero sinistro ama prevedere ciò che succederà basandosi sulle analisi, sulle classificazioni, sulle statistiche, sulle esperienze passate e sulle probabilità, l’emisfero destro vive in un eterno ora dove le informazioni sono parte di una consapevolezza immediatamente disponibile e presente, e per questo del tutto priva di storia.

 

“So che lo so. Ma non so come faccio a saperlo… ?!?”

 

La saggezza dell’emisfero destro deriva da una conoscenza che bypassa il tempo e attinge la verità direttamente dalle profondità dell’inconscio.

Quando ci permettiamo di arrestare per un poco lo scorrere continuo dei pensieri soppesati dall’emisfero sinistro, e lasciamo che il silenzio interiore liberi le potenzialità dell’emisfero destro, un sapere immediato e privo di riflessione illumina la coscienza con la sua verità.

INTUIZIONE, TEMPO E CREATIVITÀ

È così che prendono forma le intuizioni e le idee rivoluzionarie e geniali che da sempre punteggiano la storia delle grandi scoperte.

In quello spazio senza tempo le cose avvengono fuori dalle sequenze di prima e dopo, emergono grazie a una risonanza emotiva e rivelano la trama di una saggezza antica, fatta di sentimenti più che di acquisizioni, di accoglienza e non di selezione, di appartenenza invece che di tipologie.

È un sapere che punta dritto al cuore delle cose mostrandoci la verità senza bisogno di parole.

Usa un linguaggio muto, privo di enfasi e di clamore, e si esprime con noncuranza, proprio come sa fare la natura.

È naturale, infatti, affiancare questo tipo di comprensione alla logica e ai ragionamenti tipici dell’emisfero sinistro e intrecciare i due saperi nella comprensione delle cose.

Questa doppia modalità conoscitiva, razionale e intuitiva, basata su un armonico e cooperativo funzionamento dei due emisferi del cervello, ci permette di muoverci nel mondo con agilità sperimentando gli avvenimenti sia nel tempo che nel non tempo, nella realtà concreta della dimensione materiale e in quella impalpabile delle emozioni e dell’energia.

La personalità creativa ha da sempre la capacità di utilizzare entrambi gli emisferi del cervello in sinergia, e questo le consente di affiancare alla programmazione temporale degli eventi una grande capacità intuitiva.

La creatività ha bisogno di calarsi nella dimensione senza tempo delle idee e delle possibilità per attingere a un serbatoio di opportunità sempre nuove, ma deve anche saper tradurre quelle scoperte nella materialità fatta di sopra e sotto, alto e basso, prima e dopo, davanti e dietro, eccetera.

Solo così il fuoco sacro della genialità si può esprimere in un linguaggio comprensibile a tutti e diventare il mezzo per altre nuove e appassionanti acquisizioni.

Avere una personalità creativa significa, perciò, riconoscere in sé l’esistenza di questa duplice conoscenza e guardare senza paura e senza pregiudizio alla propria sensitività.

Una cultura eccessivamente materialista ha finito per demonizzare tutto ciò che non è misurabile e ripetibile in laboratorio, rendendo inquietanti e demoniache le cose che sfuggono al dominio dei cinque sensi.

Il prevalere dell’emisfero sinistro del cervello sull’emisfero destro, ha estromesso la conoscenza delle peculiarità di quest’ultimo e ci ha portati a definire para-normale l’esistenza di quei fenomeni che la scienza e la fisica non riescono a controllare, rendendoli oggetto di scherno o di superstizione, e privandoci in questo modo della conoscenza di una realtà inafferrabile con la logica ma raggiungibile con il cuore.

Solo l’amore e la fiducia sono gli strumenti in grado di guidarci nel buio senza forma delle emozioni e far emergere da quelle profondità una saggezza capace di riconoscere d’istinto il vero dal falso per di ridare alla vita il suo profondo significato.

Il tempo è solamente una opzione possibile, nell’immensa poliedricità della creazione.

Carla Sale Musio

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