PARLARE CON GLI ANIMALI

PARLARE CON GLI ANIMALI

I nostri scienziati dall’alto del loro sapere sostengono che le bestie, non avendo tante circonvoluzioni nel cervello, sono sicuramente meno intelligenti di noi esseri umani e, siccome il loro pensiero non eguaglia il nostro, non si possono nemmeno considerare esseri senzienti.

Secondo la scienza questa diversità ci autorizza a maltrattare, torturare e uccidere impunemente ogni altra specie, senza nessuno scrupolo.

A fianco alla scienza il colpo di grazia al rispetto degli animali e delle loro culture lo hanno dato le religioni.

Il Cattolicesimo soprattutto.

Infatti, la convinzione che Dio abbia creato soltanto l’uomo a sua immagine e somiglianza sostiene il concetto della presunta superiorità umana rispetto a qualunque altra specie vivente.

Le culture animali, perciò, stritolate tra l’arroganza della scienza e l’egocentrismo della religione, non hanno avuto mai nessun riconoscimento da parte del genere umano, che interpreta l’esistenza delle altre specie come uno strumento utile per il proprio piacere e non come popolazioni diverse con cui convivere e  condividere la responsabilità del pianeta Terra.

Tutte le specie animali, però, sono tolleranti con la prepotenza umana e preferiscono estinguersi piuttosto che entrare in competizione con l’umanità.

Nelle civiltà animali, infatti, le guerre non esistono.

Il loro patrimonio di conoscenze comprende altri valori.

La guerra è da sempre una prerogativa esclusiva della cultura umana.

Nei saperi degli animali combattere fino a distruggere l’ecosistema è ritenuto un comportamento inaccettabile.

Purtroppo, però, questa loro attenzione costante verso l’ambiente ai nostri occhi appare soltanto come una conferma della scarsa intelligenza che gli attribuiamo e non come il segno di una civiltà democratica e pacifista, attenta ai valori ecologici e ambientali.

Il mancato riconoscimento della civiltà e della cultura delle altre specie ci impedisce di avere qualsiasi forma di comunicazione con gli animali.

Che, ingiustamente, riteniamo incapaci di comunicare e bravi solo a emettere particolari suoni, da noi chiamati spregiativamente versi.

In maniera egocentrica ed arbitraria, infatti, abbiamo stabilito che la lingua parlata sia l’unica forma di comunicazione degna di essere definita cultura.

Tuttavia, nonostante la crudeltà e l’indifferenza che ci caratterizzano, le creature di specie diversa comunicano con noi nelle forme e nei modi che gli sono propri e che utilizzano abitualmente per comunicare tra loro.

Imperturbabili e pazienti davanti all’ottusa presunzione umana gli animali ci parlano.

Da sempre.

PARLARE CON GLI ANIMALI

La telepatia è per tutti gli esseri viventi la più antica forma di comunicazione che si conosca.

Gli uomini, però, l’hanno abbandonata ormai da tempo a vantaggio della lingua parlata o scritta e della tecnologia.

Gli animali, invece, estremamente attenti all’ecologia preferiscono servirsi del linguaggio universale, evitando così la babele delle lingue e l’utilizzo di tante protesi tecnologiche.

Tutte le specie non umane vivono a stretto contatto con la natura e non reprimono le proprie sensazioni, ma anzi! Le utilizzano per comunicare, conoscere ed esplorare la realtà che hanno intorno.

La telepatia è linguaggio utilizzato dagli animali e avviene proprio grazie all’uso delle immagini e delle sensazioni.

Tutti i membri di un gruppo sviluppano tra loro una sorta di legame impalpabile.

E, dentro a questo legame, viaggiano le comunicazioni telepatiche.

Chi possiede degli animali da compagnia sa che basta anche soltanto guardare il guinzaglio pensando: “Ora porto Fido a fare una bella passeggiata…” per vedere arrivare il cagnolino in questione scodinzolante e pronto a uscire.

La comunicazione telepatica ha luogo in una dimensione della coscienza che esiste al là dello spazio e del tempo.

Fisiologicamente possiamo dire che nella telepatia si utilizza l’emisfero destro del cervello invece che l’emisfero sinistro.

Perciò se il papà umano di Fido pensa: “Tra mezz’ora porto Fido a fare una bella passeggiata…” il risultato per il cucciolo non cambia e Fido si presenterà immediatamente, non mezz’ora più tardi.

Infatti, al cane arrivano l’immagine e la sensazione della passeggiata suscitate dai nostri pensieri, ma non il tempo.

Il tempo fa parte di una sequenza, cioè possiede un prima e un dopo  incompatibili con l’immediatezza di immagini e sensazioni.

Quando pensiamo ai nostri animali, trasmettiamo loro immagini e sensazioni che essi ricevono grazie al canale telepatico di cui sono dotati.

E questo succede tanto più quanto più stretto è il legame che abbiamo instaurato con loro.

Naturalmente la percezione di immagini e sensazioni varia da una specie all’altra e da un animale all’altro perché ogni essere traduce la propria impressione telepatica con l’esperienza personale.

Perciò, se penso: “Adesso porto il gatto dal veterinario…” trasmetto l’immagine di un ambiente medico e la mia sensazione di sicurezza e affidabilità, ma per il gatto che la riceve (e che è già stato dal veterinario) questa si traduce secondo la propria esperienza.

Così vedrà un luogo di tortura che odora di agenti chimici e vivrà la sensazione di sofferenze pericolose e imprevedibili da parte di esseri umani sconosciuti.

Di conseguenza correrà a nascondersi stando ben attento a non farsi trovare.

I nostri animali ci chiamano e ci parlano sempre, usando la telepatia, ma noi dall’alto della nostra presunzione e della nostra ignoranza in materia, non decifriamo quasi nulla di quanto loro cercano di dirci.

PARLARE CON GLI ANIMALI

Il rispetto della diversità è uno dei valori più importanti nelle culture animali.

Di conseguenza i nostri fratelli delle altre specie accettano senza disperarsi l’ottusa incomprensione che mostriamo davanti al loro linguaggio.

Per loro è un elemento che ci appartiene e ci definisce.

Parlare con gli animali non solo è possibile, è anche molto interessante.

Per poterlo fare occorre abbandonare i pregiudizi razzisti e permettersi di imparare una forma comunicativa differente, basata su metodiche nuove e su valori diversi dai nostri.

 

MA IN CONCRETO COME SI FA?

 

La prima cosa da sapere per parlare con gli animali è che nelle loro culture ciò che è naturale è sempre dominante.

Un cane, un gatto, un piccione, un topo… non hanno bisogno di mettere nelle comunicazioni l’enfasi che invece solitamente ci mettiamo noi.

Tutti gli animali sono sempre noncuranti.

Comunicare telepaticamente per loro è un processo naturale, non c’è bisogno di agitarsi o sottolinearlo con la gestualità.

Per dialogare con loro, perciò, non serve mettersi l’uno di fronte all’altro o guardarsi negli occhi, come facciamo tra esseri umani.

Basta semplicemente pensare a ciò che vogliamo trasmettere, con concentrazione e senza distrarci, possibilmente usando delle immagini.

L’animale risponderà immediatamente seguendo i propri criteri.

Per acquisire la sua risposta è indispensabile liberare la mente dal turbinio dei pensieri che la occupa incessantemente e fare il vuoto mentale.

Nel silenzio del nostro spazio interiore prenderanno forma le immagini e le sensazioni che sono espressione dell’esperienza di chi le trasmette e che quindi porteranno quelle tipicità.

Mi spiego meglio.

Se voglio domandare al mio cane: “Com’è andata la passeggiata con Franco?” devo:

  1. concentrarmi sulle immagini di Franco e della passeggiata

  2. fare il vuoto mentale

  3. accogliere le immagini e le sensazioni che mi arrivano in risposta

In questo caso, dopo aver fatto il vuoto mentale, potrei provare un’emozione di gioia, la frustrante sensazione di un guinzaglio che tira, il gusto piacevole di qualcosa di buono in bocca, il viso di Franco sorridente… eccetera.

Naturalmente è necessario tenere a bada la nostra interpretazione degli avvenimenti e permetterci invece la “stupidità” di chi sta imparando una nuova lingua e, perciò, ancora non decifra bene tutti i contenuti.

Gli animali vivono un’immediatezza che per noi, immersi costantemente in un prima e un dopo, è difficile da capire.

In conclusione, cari lettori, amici e curiosi di questo blog, se riuscite a superare l’antropocentrismo che caratterizza tutti noi esseri umani e a mettervi autenticamente in gioco nella relazione con i vostri animali, potrete sperimentare la comunicazione telepatica e impratichirvi nell’uso del loro affascinante linguaggio.

Gli animali hanno una visione molto interessante della vita e del mondo.

Senza razzismo e con un po’ di umiltà si può imparare a comprendere la loro cultura, scoprendone la profondità e l’intrinseca spiritualità e arricchendo la nostra vita umana di un punto di vista sano e naturale.

Un punto di vista che abbiamo perduto, ritenendolo ingiustamente poco intelligente.

Carla Sale Musio

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