RELAZIONI INVISIBILI

RELAZIONI INVISIBILI

Esiste un’energia affettiva che unisce le persone che si amano.

Crea legami invisibili ai quali prestiamo poca attenzione.

Studi recenti hanno dimostrato che il cuore possiede un campo energetico, una vibrazione elettromagnetica che si irradia nel mondo permettendoci di percepire gli stati d’animo degli esseri cui siamo legati.

Tutte le relazioni d’amore si rivelano in una dimensione affettiva che oltrepassa i cinque sensi.

La nostra cultura materialista guarda con sufficienza ciò che non si può toccare, quantificare e monetizzare.

Per questo, spesso, deride la sensibilità.

Ma, nonostante l’ignoranza in cui è stata avvolta, l’immaterialità è dappertutto e riconoscerne l’importanza è un passo fondamentale per vivere con pienezza la vita.

Il benessere e la salute mentale poggiano sulla capacità immateriale, ma reale, di amare e di sentirsi amati.

La paura della disapprovazione, del rifiuto e della mancanza d’amore, è la causa immateriale di tante patologie psicologiche e spesso anche fisiche.

Non sono rare, infatti, le guarigioni considerate miracolose dalla scienza medica, conseguenti a un ritrovato benessere affettivo, forse poco quantificabile con parametri concreti ma rilevante dal punto di vista psicologico e fisico.

È grazie a questi legami invisibili che le mamme percepiscono i bisogni del loro bambino anche quando non sono fisicamente presenti.

E, soprattutto nei primi mesi di vita, è proprio questo radar interiore lo strumento che permette di accudire i piccoli con sicurezza e nel modo giusto.

Come le mamme, tutti gli animali utilizzano un sapere immateriale e si affidano all’istinto.

Contrariamente a quanto succede di solito tra noi esseri umani, le bestie si permettono di sentire il pericolo, la presenza dell’acqua e del cibo o il richiamo dei loro cuccioli, anche quando questi elementi non sono avvertibili con i cinque sensi.

Gli animali non ignorano l’immaterialità che appartiene alla vita.

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Per tutte le specie viventi, infatti, la dimensione incorporea e affettiva è un dato importante per destreggiarsi nel mondo.

Solo nella specie umana (ottusa dalla tecnologia, dall’iperalimentazione, dalla televisione, dalle malattie e dalle medicine…) il richiamo impercettibile dei legami interiori è ancora un fenomeno poco conosciuto e perciò del tutto inascoltato.

Così, ci accade spesso di attribuire impropriamente ai fattori materiali la presenza di questi segnali emotivi e, di conseguenza, di trovarci impigliati in trappole epistemologiche che confondono la mente e allontanano da una corretta interpretazione della realtà.

Tuttavia, la realtà è costituita da ciò che percepiamo e viviamo di momento in momento, e perciò soprattutto dalla dimensione emotiva e immateriale.

Quello che ci fa stare bene o male, il modo immateriale in cui leggiamo gli avvenimenti, ha un’importanza fondamentale nell’interpretazione di quanto ci accade.

Le verità che ognuno di noi sperimenta, raramente appartengono a una realtà oggettiva, quantificabile e misurabile, più spesso compongono una realtà emotiva, interiore e soggettiva.

Riconoscere i legami invisibili che uniscono le cose e le persone significa, quindi, dare spazio al mondo interno e rivelarne l’importanza e la pregnanza nella nostra vita.

L’amore non è materiale.

È vero.

* * *

Durante una vacanza Matteo e Francesco hanno vissuto insieme una storia  d’amore breve ma intensa.

I due uomini vivono in città diverse e oggi non si frequentano più.

Ognuno ha costruito nuove relazioni, ma tra loro è rimasta un’amicizia tenera fatta di qualche telefonata e di un sms ogni tanto.

Basta, però, che uno dei due sia in difficoltà perché il legame che li ha uniti si riattivi immediatamente.

E sono proprio quelli i momenti in cui sentono il bisogno di chiamarsi e di scriversi.

Una sorta di antenna telepatica li avverte delle contrarietà e della sofferenza e insieme si sostengono e s’incoraggiano, nonostante i chilometri che li separano fisicamente.

* * *

Tiziana ha cinque anni e sta giocando a casa dei nonni quando per sbaglio si ferisce profondamente un piedino facendo cadere un bicchiere di vetro.

Spaventati, i nonni portano la bambina al pronto soccorso e si precipitano dal medico di turno che… combinazione… in quello stesso momento, sta visitando proprio la mamma di Tiziana!

Scoprono allora che, nell’istante in cui Tiziana si è fatta male, la mamma, che era al lavoro, si è ferita anche lei riordinando dei ferri.

* * *

Elena è stata assunta da poco in un centro di neuropsichiatria infantile.

Il suo nuovo ufficio è arredato con dei grandi mobili, massicci e pesanti.

La giovane dottoressa vorrebbe un ambiente meno severo per accogliere i suoi piccoli pazienti, ma è troppo timida per chiedere ai colleghi di aiutarla a modificare l’arredamento.

Così, approfittando del fatto che non c’è nessuno, una domenica va in ufficio… con la mamma!

Appena arrivata, l’anziana signora si guarda intorno con circospezione.

Poi va a sedersi al centro della stanza domandando alla figlia di rimanere in silenzio.

“Cosa devi fare mamma?”

Elena è in apprensione.

“Niente di pericoloso!”

La mamma sorride.

“Chiamo i miei amici, così facciamo meno fatica!”

Poi chiude gli occhi e resta immobile per qualche minuto.

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Subito dopo le due donne si mettono all’opera e nel giro di un’ora hanno cambiato la disposizione dei mobili, montato una tenda colorata e sistemato una cesta piena di giocattoli, creando nella stanza un’atmosfera più allegra e meno solenne di prima.

L’indomani i colleghi si complimentano con Elena.

“Sei venuta di nascosto con il tuo staff di inservienti? O sei l’Incredibile Hulk e non ce lo avevi mai detto?”

Domandano scherzosamente.

Elena sorride.

“Sono venuta con i miei parenti.”

Risponde evasiva cercando di non dare troppe spiegazioni.

Qualche anno dopo, durante un trasferimento di ufficio, i tre giovani dell’impresa traslochi (muscolosi e abituati a trasportare oggetti pesanti) faticheranno non poco per spostare quegli stessi arredi da una stanza all’altra. 

* * *

Da quando è morto Franco, suo marito, Alessandra non si dà pace.

Oltre al dolore lacerante per quella perdita improvvisa deve sbrigare un’infinità di pratiche burocratiche e non sa dove mettere le mani.

Da giorni è alla ricerca di un documento che non riesce a trovare.

Ha frugato ovunque, aperto tutti i cassetti, rovistato in tutte le cartelle, sfogliato pile di moduli incomprensibili… niente! Ogni suo sforzo sembra inutile.

Come tante altre notti si addormenta tra le lacrime.

Nel sogno suo marito la consola.

“Guarda nella mia giacca!”

Le raccomanda sorridente.

Alessandra si sveglia di colpo e ancora in trance apre l’armadio.

Nella tasca della giacca di Franco ritrova incredula il documento che stava cercando.

 Carla Sale Musio

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