CREATIVITÀ, LEADERSHIP E POTERE

Le persone che amano il potere non hanno mai una leadership adeguata perché non sono capaci di pensare nell’interesse di tutti.

Il desiderio di emergere sugli altri li spinge a mettersi in vista e a ricercare posizioni di comando ma la brama narcisistica dell’autorità ostacola il raggiungimento di un’organizzazione efficace e centrata sui bisogni, sul rispetto e sulla valorizzazione di tutti i partecipanti.

Per mantenere uno status di guida queste persone cercano di ottenere consensi usando la supremazia, il plagio, la seduzione e la corruzione.

Così facendo finiscono inevitabilmente per anteporre il successo personale al raggiungimento degli obiettivi comuni.

Quando il bisogno narcisistico deve evolversi e imparare a lasciare spazio all’empatia e all’altruismo, la personalità non è adatta alla gestione delle risorse comuni e la leadership è destinata al fallimento.

L’antidoto all’egocentrismo e all’autoritarismo è la creatività, cioè quel bisogno interiore che spinge a scoprire punti di vista nuovi nelle cose di sempre.

La creatività conduce le persone a disinteressarsi del potere e dell’autorità.

Troppo occupati a tradurre in realtà le loro ispirazioni, i creativi non amano le gerarchie, la competizione, la sopraffazione (e nemmeno la vittoria).

Preferiscono concentrare le proprie energie nella trasformazione e nel cambiamento di se stessi e di ciò che hanno intorno.

Proprio queste caratteristiche fanno di loro degli ottimi leader.

Una buona leadership tiene conto delle esigenze di tutti e sa distribuire le competenze valorizzando le capacità e lasciando che ciascuno metta i propri talenti al servizio dell’interesse comune.

Chi è capace di cogliere le qualità presenti negli altri è anche (inevitabilmente) dotato di empatia e propenso a gestire i ruoli di comando senza prevaricare.

Questo succede quando il pensiero è orientato verso il raggiungimento di un benessere capace di coinvolgere se stessi e gli altri in uguale misura.

La creatività di solito si accompagna all’empatia.

E l’empatia è l’ingrediente base dell’altruismo.

Creatività ed empatia sono i requisiti fondamentali di una buona gestione della leadership e fanno sì che le personalità creative si trovino spesso a guidare e organizzare gli altri.

Anche se non sempre è facile riconoscere la leadership nei loro comportamenti intuitivi, accomodanti e disponibili.

Proprio perché non amano il comando e la sopraffazione, sono spesso dei leader occulti.

Si tratta di leader che non emergono immediatamente ma sanno costruire nel tempo relazioni basate sulla fiducia e sulla reciprocità, e per questo si ritrovano (prima o poi) a gestire le risorse comuni.

Queste persone non amano il potere di per sé, amano l’armonia nelle cose e tra le persone, e si prodigano nel costruire climi emotivamente accoglienti e giocosi, spazi di condivisione in cui sia possibile esprimersi con spontaneità e senza censure.

Per loro la leadership è un compito… inevitabile, un incarico che accolgono in sé come una missione a cui non è possibile sottrarsi.

Sentono il dovere di mettere le proprie risorse al servizio degli altri e lo fanno accollandosi spontaneamente il carico di coordinare le energie di tutti verso un vantaggio comune.

Il benessere di tutti, infatti, è la condizione indispensabile perché sia possibile esprimere creatività ed empatia, e godere insieme di uno scambio capace di arricchire tutti i partecipanti.

Sia la creatività che l’empatia, muovono sempre le azioni di questi leader, semplici e alla mano, portandoli naturalmente a prodigarsi per il raggiungimento di un’armonia collettiva.

Quando è necessario unire le forze per realizzare un obiettivo comune, la personalità creativa mostra tutta la sua autorevolezza, discreta e partecipe, attenta ai bisogni degli altri e capace di riconoscerli in sé anche prima che questi ultimi se ne siano resi coscientemente conto.

Chi è in contatto con la propria personalità creativa ha spesso la consapevolezza delle necessità e degli stati d’animo delle persone con cui interagisce (un po’ come se fosse dotato di un radar interiore in grado di sintonizzarsi sul mondo emotivo degli altri).

Questa consapevolezza può diventare causa di emarginazione da parte di coloro che, sentendosi messi a nudo dallo sguardo “creativo”,  non sono ancora pronti a condividere la propria verità interiore.

In questi casi le risorse della personalità creativa sono combattute o fraintese e può strutturarsi un modo di essere che privilegia la finzione invece dell’onestà e utilizza l’arroganza e la competizione per salvare i propri privilegi narcisistici.

Tanti creativi cercano di sfuggire la naturale propensione alla leadership, mimetizzando le proprie risorse nel tentativo di farsi accettare nonostante la loro scomoda intuizione.

Tuttavia, proprio questo deformarsi pur di ottenere approvazione è la causa di  sofferenze e di  patologie mentali.

La creatività, l’empatia e la leadership sono risorse vitali per il benessere di chi le possiede e della collettività, dal loro riconoscimento e dalla loro valorizzazione prende forma un mondo basato sul rispetto, sulla cooperazione e sulla conoscenza reciproca.

La repressione e l’occultamento di queste preziose potenzialità ci priva dei mezzi indispensabili per vivere insieme e costituisce la radice di tante guerre.

In se stessi e nel mondo.

Carla Sale Musio

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