Ago 13 2013
AIUTO!!! Ho paura di essere omosessuale!
Tante persone nascondono in un angolo di se stesse la paura di scoprirsi omosessuali.
Amare una persona dello stesso sesso, sentirsi attratti da corpi uguali al proprio e desiderare un’intimità fisica sono ancora considerate espressioni deformi dell’erotismo e non manifestazioni naturali della sessualità.
L’omofobia, la paura viscerale e irrefrenabile dell’omosessualità, purtroppo, si annida nell’inconscio di tanti e impedisce alla sessualità di dispiegare per intero la propria energia, creando pericolosi blocchi nel raggiungimento della maturità affettiva.
La sessualità, infatti, è un termometro della maturazione fisica e psichica e segnala la conquista dell’autonomia e della indipendenza, dalla famiglia prima e dagli stereotipi culturali dopo.
Come già Freud aveva evidenziato più di un secolo fa: la bisessualità è un’espressione naturale della sessualità e provare attrazioni omosessuali (e eterosessuali) è l’inevitabile conseguenza della crescita.

Nasciamo dotati di una disponibilità erotica amplissima, rivolta dapprincipio verso noi stessi e, in seguito, verso gli altri.
Indipendentemente dal loro sesso.
Ma poi la paura del giudizio e della disapprovazione sociale ci costringe a rimuovere gli impulsi omoerotici a causa del condizionamento culturale in cui (più o meno inconsapevolmente) viviamo immersi.
Nella maggior parte dei casi la scelta sessuale è guidata dalla ridondanza dello stereotipo eterosessuale, dichiarato ossessivamente: l’unica scelta sessuale naturale e perciò, inevitabilmente, anche l’unica possibile.
Già dal 1990 l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) ha depennato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali definendola una variante naturale del comportamento sessuale umano.
Questo allargamento dell’espressione sessuale, però, non ha raggiunto il pensiero comune che purtroppo continua a ritenerla impropriamente una patologia e ad interpretarla come una perversione.
Per questo, lungo il percorso che porta alla sessualità adulta, in tanti temono di scoprire in se stessi alcuni di quei pericolosi indicatori che segnalano l’esistenza dell’omosessualità.
“Mi eccito guardando immagini di nudi del mio stesso sesso.”
“Ho delle fantasie erotiche omosessuali.”
“Nei sogni vivo storie omosessuali.”
“Da bambino ho fatto dei giochi sessuali con altri bambini, maschi come me.”
“Da bambina ho fatto dei giochi sessuali con altre bambine, femmine come me.”
“Provo un sentimento tenero per il mio migliore amico.”
“Provo un sentimento tenero per la mia migliore amica.”
Questi e altri sintomi turbano i pensieri e l’identità di tanta gente che, per paura di ammettere la propria componente omosessuale, censura nell’inconscio una parte della sessualità, nel tentativo di costruire un’immagine di sé ritenuta socialmente più rassicurante.
La rimozione della propria autenticità, però, impedisce alla crescita emotiva di seguire il suo percorso e blocca il processo di maturazione, confinandolo dentro una prevedibilità che spesso inibisce la sessualità fino ad anestetizzarla quasi del tutto.
Il calo del desiderio che caratterizza questo nostro periodo storico dipende in gran parte da questa inibizione e dalla censura che spesso accompagna la scoperta di se stessi e della propria sessualità.
La tanto sbandierata libertà sessuale, infatti, è ingannevole e propone soprattutto cliché maschilisti stereotipati e prevedibili, mentre trascura completamente la scoperta del vero sé e delle emozioni che accompagnano il dispiegarsi della propria sessualità.
Il sesso è un’energia preziosa, un potere che coinvolge cuore, mente, fisicità e creatività, e ci guida a scoprire dimensioni sempre nuove di noi stessi e della relazione con gli altri.
Ma perché la sessualità possa rivelare tutto il suo potenziale creativo, emotivo e conoscitivo occorre che ci sia un’accettazione piena di ciò che siamo interiormente, senza l’aspettativa di un dover essere conforme al modello socialmente previsto.
