SOGNARE CHI NON C’È PIÙ

Durante il sonno l’ emisfero destro del cervello è attivo mentre il sinistro si riposa.

Per questo in quei momenti è più facile permettersi l’emotività e la soggettività necessarie a percepire l’immaterialità di chi non possiede un corpo.

Le specificità dell’emisfero destro (a-temporalità, immagine, ritmo, sintesi, contatto con l’inconscio, ecc.) intervengono sia nei sogni che nei legami affettivi.

Mentre dormiamo lasciamo il pensiero libero da qualsiasi vincolo logico e procediamo seguendo soltanto le nostre associazioni emotive.

Nel sonno è il cuore a dirigere la mente e la soggettività occupa finalmente un posto d’onore, per questo è più facile aprirsi e lasciare che l’incontro emotivo diventi possibile.

Quando i contatti con chi non ha più un corpo avvengono in sogno, al risveglio possiamo sempre dimenticare ciò che è successo o rinnegare tutto, tanto…

“… è stato solo un sogno!”

Un meccanismo di censura permette di mantenere in armonia il nostro ferreo razionalismo con i vissuti affettivi, negando alle esperienze soggettive il diritto alla realtà.

Culturalmente riteniamo impossibile qualsiasi contatto, incontro o scambio con chi non abbia un corpo.

Un razzismo radicato e difficile da estinguere impedisce a chi è morto il diritto all’esistenza.

Nei sogni, però, si apre una possibilità e… gli incontri sono frequenti.

Sognare chi non c’è più capita spesso anche se non tutti i sogni in cui compare una persona che è morta sono degli incontri.

Ci sono sogni che sono solo sogni e sogni che invece sono incontri.

Che cosa li differenzia e come si fa a distinguerli?

Ecco alcuni criteri generali:

1) I sogni in cui si prova paura, disagio o sofferenza sono sempre sogni e basta.

Perché non ci può essere un contatto se stiamo provando emozioni di dolore.

2) I sogni in cui la persona morta soffre o si dispera sono solo sogni.

Perché nel mondo immateriale la personalità, che è connessa con la fisicità, si perde insieme al corpo e ciò che continua a esistere è una presenza che si manifesta nell’unione.

Il dolore e la paura sono emozioni legate alla perdita e alla separazione e per questo incompatibili con la mancanza di fisicità.

Infatti, in un vissuto di unione non ci può essere perdita.

3) I sogni che costituiscono degli incontri sono vividi e sembrano veri. Il cuore li percepisce come riunioni realmente avvenute.

4) Durante gli incontri che hanno luogo in sogno i disincarnati di solito raccontano com’è il loro attuale stato del cuore e danno notizie su se stessi.

Nei sogni che sono incontri spesso compaiono immagini in cui chi è morto sembra morto e invece è vivo oppure non si rende conto di essere morto e si comporta come se non fosse morto.

Queste immagini servono a spiegarci la continuità del loro esistere.

Dicono letteralmente:

“Sono morto ma non è vero che sono morto.”

Sia i sogni che gli incontri che si hanno in sogno sottostanno sempre ai meccanismi psicologici individuati da Sigmund Freud: pensiero per immagini, condensazione e spostamento e vanno interpretati con la tecnica delle associazioni libere (S. Freud L’interpretazione dei sogni).

Cioè:

1) Utilizzano il linguaggio delle immagini.

2) Un’immagine può condensare più significati insieme.

3) Un’immagine può essere l’icona o l’avatar di un contenuto, anche complesso, o di una persona. Perciò ci può essere uno spostamento di significati su immagini diverse.

4) Una comprensione corretta deve sempre essere accompagnata da un’intervista basata sulle associazioni libere di chi ha fatto il sogno.

Infine:

5) Proprio perché il linguaggio del cuore è un linguaggio soggettivo nessuno può interpretare per se stesso il sogno fatto da qualcun altro!

6) Per interpretare i sogni e gli incontri ci vogliono esperienza e competenza, non ci si può improvvisare perché si rischia di fraintendere sia i contenuti sia i messaggi.

Carla Sale Musio

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Comunicare con chi non ha più un corpo

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