Le personalità creative: HANNO UN’ECCESSIVA RAZIONALITÀ (a volte)

In alcuni casi la paura della diversità spinge le personalità creative a costruire una forte logica e a tenere a bada la propria creatività (considerata responsabile di tutte le sofferenze) con un’esagerata razionalità.

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UN MIRACOLO?!

HO DETTO CHE NON È POSSIBILE!

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Bruno fa l’agente di commercio.

Il suo lavoro lo porta a essere sempre in viaggio e ad avere contatti con tanta gente.

È un uomo attivo, cordiale, spigliato e capace di proporre i prodotti che vende senza stancare o forzare i clienti.

Gli piace viaggiare e gli piace cambiare.

Non si sofferma troppo sul perché delle cose.

Dalla vita ha imparato che è molto più utile rimboccarsi le maniche e affrontare i problemi quando si presentano.

Ogni tanto però gli succedono dei fatti che lo lasciano senza parole e senza risposte.

Qualcosa… che per lui somiglia a un inquietante punto interrogativo.

Sono situazioni che Bruno archivia in un angolo di sé mentre traduce la vita in azioni e conseguenze logiche.

La ragione e la concretezza sono sempre state le sue migliori amiche, le più grandi alleate negli anni della crescita.

I genitori, infatti, hanno dovuto affidarlo, quando era ancora bambino, a una nonna troppo anziana per seguirlo come sarebbe stato necessario.

E Bruno, sensibile, emotivo e timido ha imparato a cavarsela da solo, tenendo a bada i lati teneri del suo carattere con la forza dell’intelligenza e della volontà.

Quando si risolve a prendere un appuntamento con me, la sua ferrea razionalità vacilla davanti a qualcosa d’inspiegabile successo proprio a lui.

“Stavo nuotando e ho avuto un infarto”

Racconta.

“Nessuno mi ha visto e sono rimasto per molto tempo sott’acqua, prima che venissero a tirarmi fuori. I soccorsi sono arrivati dopo. Dovevo essere già morto o, almeno, con il cervello in pezzi, perché senza ossigeno per più di un certo tempo non si può proprio stare. E invece…”

Allarga le braccia in un gesto che esprime tutta la sua impotenza a capire.

“… eccomi qua. Vivo. E con la testa che funziona come prima. Non se lo spiegano neanche i medici. Sono entrato nella casistica delle guarigioni miracolose.”

“Mi sembra un evento degno di essere festeggiato! Perché me lo racconta come se si trattasse di una malattia incurabile?”

Chiedo, colpita dal suo atteggiamento prostrato e avvilito.

“Perché non credo ai miracoli! Non ci ho mai creduto e non voglio farlo adesso. Solo che alla mia vita, oggi, nessuno riesce a dare una spiegazione… e io la notte non dormo più e di giorno sono sempre in allarme. Non so cosa fare per uscirne.”

Lavoriamo insieme, ricostruendo un’esistenza dove per la sensibilità non c’era mai un posto adeguato.

E dai frammenti sparsi, di un cuore giudicato pericoloso, compaiono le tracce di un’insospettabile sensitività.

Tutta la vita di Bruno è costellata di percezioni che hanno poco a che fare con i cinque sensi.

Percezioni che Bruno non ascolta e non condivide con nessuno, perché lo fanno sentire diverso dagli altri.

A-normale.

Una sorta di Angelo Custode sembra aver rimpiazzato l’assenza dei genitori e aiutato il bambino e l’uomo nei momenti di maggiore difficoltà.

“Sono qui per proteggerti.”

Sembra dire ogni volta l’angelo (o chi per lui) a Bruno.

Che ogni volta risponde indispettito:

“Non esisti!”

La logica di Bruno si ribella e non ammette ciò che il cuore conosce senza bisogno di tante parole.

Il percorso terapeutico passa attraverso la terapia esoterica. Cioè una terapia che, riscoprendo le tracce di un sapere profondo, prova a dare risposte al quesito di tutti i quesiti: perché si vive? E perché si muore?

Ma soprattutto: perché qualche volta non si muore?!?

Carla Sale Musio

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