SPOSTARE IL PUNTO DI VISTA

In tanti anni di attività professionale ho potuto verificare l’esistenza di una struttura di personalità che appare quasi geneticamente predisposta a spostare con agilità e disinvoltura il proprio punto di vista e che per questo motivo diventa molto empatica e creativa.

Ho chiamato questa tipologia: personalità creativa.

Coloro che hanno una personalità creativa si rivolgono frequentemente a uno psicologo.

Infatti, queste persone incontrano molta sofferenza quando sono costrette a vivere in ambienti che non le riconoscono e non le comprendono.

E siccome viviamo in un mondo che sembra strutturato apposta per colpevolizzare la creatività e l’empatia, purtroppo, questo succede frequentemente.

Con la parola creatività intendo: la capacità di vedere le cose da tanti punti di vista contemporaneamente.

E non una qualche abilità artistica, musicale o poetica.

In questo senso, essere creativi significa avere anche una grande empatia.

L’empatia, infatti, è la capacità di comprendere i vissuti e le emozioni degli altri.

E per capire gli altri… bisogna saper spostare il proprio punto di vista!

Ecco perché empatia e creatività spesso si trovano insieme.

Ma queste abilità sono difficili da gestire quando si è ancora piccoli, perciò coloro che hanno una personalità creativa durante la crescita attraversano momenti di crisi e di malessere psicologico.

Infatti, se un bambino è creativo, spontaneamente vede e sente le cose in tanti modi diversi.

Ma più è piccolo e più è egocentrico.

Tanti punti di vista tutti insieme non vanno d’accordo con l’egocentrismo infantile e finiscono spesso per creare confusione e insicurezza!

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Francesco:

quattro anni e una personalità creativa

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Francesco ha quattro anni e una personalità creativa.

La sua giovane mamma, Simona, sta male perché ha appena ricevuto una brutta notizia.

Mentre gioca accovacciato a terra con le automobiline, il bambino sembra assorto in un suo mondo ma, con una consapevolezza profonda, egli sa che la mamma sta soffrendo.

Lo sente automaticamente perché la personalità creativa lo porta a vivere i vissuti degli altri insieme con i suoi.

E questo gli succede soprattutto con quelli cui vuole bene.

Così, mentre tutto contento continua il suo gioco, sente anche che la mamma non lo è.

Dentro il bambino esistono ora due punti di vista diversi, due differenti modi di sentire, e questo lo mette in difficoltà.

Infatti, l’egocentrismo porta a riferire tutto a se stessi e rende complicato distinguere tra i sentimenti propri e quelli degli altri.

Il piccolo sente le emozioni della mamma dentro di sé, come se fossero le sue.

Francesco è un bimbo sveglio.

Gioca con la pista delle automobiline e sta improvvisando un bel distributore con la scatola vuota quando la mamma entra nella stanza.

La lunga fila delle auto è ferma per fare benzina e lui sa che la mamma sta male.

” Mamma sei triste?” chiede, con lo sguardo sempre rivolto al suo gioco.

“No, tesoro, sono tanto stanca.” risponde la mamma, che non vuole opprimerlo con i suoi problemi.

Francesco continua a giocare e sembra non far caso alla risposta.

Ma dentro si sente confuso e presto il gioco smette di interessarlo.

Era sicuro che la mamma fosse triste, invece è stanca.

Poiché quello che sentiva dentro come una certezza non corrisponde a ciò che afferma la mamma, il bambino diventa insicuro e confuso sulle sue sensazioni.

Forse è lui stesso ad essere triste?

E’ così che Francesco impara, nel tempo, a lasciar perdere il suo radar interiore.

Tanto è sbagliato.

La mamma ha ragione.

Se in futuro ci saranno altri episodi simili a questo, egli comincerà, purtroppo, a non fidarsi più di se stesso e di ciò che intuisce spontaneamente.

È così che le personalità creative sviluppano la loro insicurezza.

Occorre essere sempre spietatamente sinceri con questi bambini, che spesso sembrano agli adulti quasi dei sensitivi.

Che a volte creano imbarazzo.

Che trasformano la loro ingenua voce dell’innocenza in una voce quasi profetica.

Talmente sincera da far paura.

Soprattutto a quegli adulti imprigionati nel nostro mondo delle apparenze.

Un mondo dove il pensiero è nascosto e occultato da parole adatte alle circostanze.

Questi adulti, per non turbare i bambini… rimangono turbati dalla sincerità dei loro bambini!

E si sentono costretti a negarla per paura di riconoscere le loro stesse emozioni.

Carla Sale Musio

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